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Telefonia: quanti Giga in Italia con 10 euro? Una panoramica del settore nella prima era del 5G

Mentre i principali operatori italiani investono sul 5G e sulla loro copertura, l’ammontare di traffico dati consumato dai clienti italiani continua ad aumentare, con una disponibilità di Giga a prezzi molto più bassi rispetto alla media dell’Unione Europea, secondo alcuni dati Asstel.

In Italia, più volte le aziende di telecomunicazioni hanno ribadito di aver destinato grandi sforzi agli investimenti per migliorare la rete, in un contesto particolarmente competitivo, inasprito con l’arrivo di Iliad e la nascita dei brand “semivirtuali” che hanno contribuito a ridurre i prezzi medi, incrementando al contempo l’ammontare di traffico dati offerto.

Oggi, il mercato sta attraversando una fase di “ritorno alla razionalità”, con una dinamica delle portabilità che inizia a normalizzarsi dopo il terremoto dello scorso anno. Tuttavia, è innegabile che i prezzi si siano particolarmente ridotti rispetto a solo poco tempo fa.

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Un articolo odierno di Repubblica Affari e Finanza ha tratteggiato il contesto competitivo dell’attuale mercato delle telecomunicazioni mobili in Italia, mostrando l’andamento decrescente dei ricavi nell’ultimo decennio e il costo del traffico dati.

Nello specifico, con riferimento al secondo aspetto, sono stati presentati dei dati Asstel del 2019 che mostrano come in Italia il prezzo del singolo Giga sia molto più basso rispetto al resto dell’Unione Europea.

Con 10 euro, infatti, è possibile acquistare in Italia circa 17,4 Giga, contro i 10,8 della Francia, i 4,9 del Regno Unito, i 3,1 della Germania, i 3 della Spagna e i 2,1 dell’Olanda. Rispetto alla media dell’Unione Europea pari a 4,8 Giga, l’Italia permette dunque di acquistare oltre tre volte e mezzo l’ammontare di Giga del resto d’Europa.

Lo studio Asstel sul traffico dati non è il solo. Ad esempio, l’ultimo osservatorio AGCOM mostrava come nel primo trimestre dell’anno poco meno del 70% delle linee “human” avesse effettuato traffico dati, con un consumo medio unitario di dati stimabile in 5,8 GB al mese, in crescita del 59% rispetto a Giugno 2018.

Con lo sviluppo dei servizi 5G, poi, i valori sopra presentati sono destinati a crescere sensibilmente, come affermato dai principali operatori nel corso delle loro recenti conferenze sul tema.

In questo contesto, secondo alcuni analisti, i margini delle aziende rischiano di essere messi a rischio, con conseguenze particolarmente gravi per l’occupazione, per gli investimenti e, in ultima battuta, anche per la qualità del servizio offerta al cliente.

Nonostante ciò, però, la corsa non può arrestarsi: gli operatori italiani continuano a mostrare gli esiti delle sperimentazioni sul 5G grazie a partnership internazionali con privati e Pubbliche Amministrazioni, mentre si torna a puntare sul concetto di qualità del servizio offerto.

Anche in Europa, gli operatori stanno vivendo un’epoca di grandi cambiamenti. Deutsche Telekom è infatti in attesa della fusione tra la sua T-Mobile e l’operatore statunitense Sprint, mentre i ricavi salgono del 5% nell’ultimo bilancio trimestrale presentato.

British Telecom, al contrario, mostra risultati in calo, con l’utile lordo più basso degli ultimi cinque anni. La sfida dell’operatore per l’estensione della fibra rappresenta un investimento di lungo termine estremamente rilevante.

Infine, Orange e Telefonica mostrano risultati positivi o ambizioni per il futuro. Il Gruppo Orange prevede già un passaggio completo alla fibra per le linee fisse entro il 2023, con una connessione a 10 Giga. Telefonica, invece, potrebbe mirare a ridurre il suo debito concentrandosi sui quattro Paesi da cui proviene la maggior parte dei ricavi da servizi, ovvero Spagna, Brasile, Germania e Regno Unito e abbandonando invece i suoi business nel resto dell’America Latina.

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