Sempre meno bimbi nelle Marche, nascite in picchiata dal 2008

RICERCA promossa dal Forum delle associazioni familiari e finanziata dal Consiglio regionale, i risultati hanno certificato un crollo costante dalla crisi economica: 30% in meno di figli nati tra il 2012 e il 2018. Il presidente dell'assemblea Mastrovincenzo: «In prima linea per sostenere politiche a favore della famiglia»

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Tasso di fecondità delle Marche sempre più basso, il ricambio generazionale diventa un problema. Sono questi i risultati di una ricerca nata dal progetto del Forum delle associazioni familiari delle Marche, finanziato dal Consiglio regionale, e condotta dal Centro interdisciplinare di ricerche e studi su famiglie, infanzia e adolescenza e dal Dipartimento di economia, società, politica dell’università di Urbino. L’indagine, che si basa sull’analisi di dati statistici, interviste e su focus group, è stata presentata a Palazzo Raffaello. Alla presentazione hanno partecipato Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio regionale, Paolo Perticaroli e Gianluigi Storti, presidenti rispettivamente del Forum delle Associazioni familiari Marche e di quello per la provincia di Pesaro e Urbino. A esporre il quadro della situazione sono stati i due rappresentanti dell’università di Urbino, il professor Guido Maggioni, responsabile del coordinamento scientifico del progetto, e la dottoressa Isabella Quadrelli, che ha condotto il lavoro di ricerca ancora in corso. Il professor Maggioni, entrando nel cuore della ricerca, ha imputato il crollo delle nascite, in particolar modo nelle Marche, ad una situazione generale di disagio e incertezza: «La cesura tra trend positivo e negativo è rappresentata dalla crisi del 2008, con un 30% in meno di figli nati tra il 2012 e il 2018». «Il Consiglio regionale – afferma il presidente Mastrovincenzo – è da sempre in prima linea nel sostegno di politiche a favore della famiglia, in particolare i servizi per la prima infanzia che, nelle nostra regione, sono di ottimo livello. Occorre agevolare sempre più l’accesso a queste prestazioni e, nel frattempo, serve agire nei confronti del settore privato per migliorare le politiche di conciliazione dei tempi vita-lavoro». «Da questa ricerca – spiega Perticaroli, ricordando la conferenza regionale sulla famiglia in programma a inizio 2020 a Senigallia – ci auguriamo di ottenere una buona base di partenza, in modo da formulare valide proposte che siano da stimolo alle politiche per la famiglia».