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La dirigenza biancorossa in tribuna (foto Elite)

La solitudine di Stefano Landi: nessuno vuole la Pallacanestro Reggiana

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Sono passati sette mesi dall’annuncio del patron, intenzionato a uscire di scena o almeno a ridurre il suo impegno, e nulla si è mosso. Non lo merita lui e non lo merita il pubblico biancorosso. Giugno non è così lontano

REGGIO EMILIA – Sette mesi e nulla si è mosso. Tanto bella e ricca di fascino la Pallacanestro Reggiana, quanto priva di pretendenti. Il 20 maggio scorso il patron Stefano Landi ha annunciato la volontà di ridurre il suo impegno. Lo ha detto con un anno di anticipo, annunciando l’ultima stagione da socio di riferimento, ma assicurando anche continuità e disponibilità a restare come socio di minoranza. Insomma, porte aperte a un nuovo proprietario vero, e non per soldi, perché in oltre 20 anni a Stefano Landi non si può certo rimproverare di aver negato risorse ed extra-budget milionari alla squadra di basket della città. Un’esperienza fantastica, arrivata a un soffio dallo scudetto. Un ciclo che ora è finito, nella speranza di veder entrare in scena un nuovo protagonista.

Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del patron, ma una cosa è certa: c’è delusione perché nessuno si è seduto al tavolo per intavolare anche solo un discorso basato su serietà e investimenti. Perché, repetita iuvant, Landi non ha certo intenzione di arricchirsi con la cessione delle quote. Entrò giovanissimo nella compagine biancorossa, rispondendo alla chiamata di Chiarino Cimurri. E si innamorò della palla a spicchi. E in amore i conti li fa il cuore, si sa, prima del portafoglio.

Il tempo continua a passare. Anche la politica tace. Certo non è un obbligo per nessuno farsi carico della Pallacanestro Reggiana, ma sarebbe un peccato disperdere quanto creato da Stefano Landi intorno al sodalizio biancorosso. Il patron non lascerà affondare la barca. Lo ha già detto. Ma nessuno merita, il pubblico e Landi stesso in primis, di vivere un’estate di incertezza e di necessario ridimensionamento. Giugno non è poi così lontano. 

Il servizio del 20 maggio scorso