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Coppia accusata di aver picchiato una ragazzina, per la Procura non sarebbero i veri genitori

Lo scorso anno la tredicenne aveva chiesto l’aiuto del 112, ma non era la prima volta che finiva in ospedale

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Avevano presentato domanda di ricongiungimento famigliare perché la ragazzina potesse venire in Italia dal paese d’origine, il Congo. La Questura, verificato che c’erano i requisiti sia per la capacità reddituale che per l’idoneità dell’abitazione, aveva concesso il suo nulla osta al consolato che doveva invece accertare il grado di parentela. Apparentemente tutto sembrava in regola, era stato rilasciato il visto e la bambina era arrivata nel nostro paese.

Lo scorso anno la tredicenne chiese l’intervento del 112 perché era stata aggredita dal “padre”. Non era la prima volta che finiva in ospedale a causa di varie ferite che lei aveva giustificato come conseguenze di cadute o altri episodi fortuiti. L’ultima volta nel marzo 2018 era partita la denuncia sfociata nel processo che si sta celebrando davanti al tribunale di Cuneo.

Secondo l’accusa mossa dal pm Chiara Canepa, la ragazzina sarebbe stata malmenata dai sedicenti “genitori”, un uomo e una donna congolesi imputati per maltrattamenti aggravati in famiglia. Erano stati loro ad iscriverla alla scuola media dichiarandosi come i genitori, ma è da accertare quale sia il reale grado di parentela. Gli imputati e la studentessa portano lo stesso cognome.

L’uomo risultava residente allo stesso indirizzo dove viveva la tredicenne, mentre la donna avrebbe abitato in un altro appartamento, sempre nello stesso paese.

Dopo essere stata dimessa dall’ospedale nel 2018 la ragazzina era stata ospitata per qualche tempo da una coppia, per poi essere trasferita in una struttura protetta.

La prossima udienza è fissata per il 31 gennaio.