https://net-storage.tccstatic.com/storage/milannews.it/img_notizie/thumb3/02/02f8f8d7ad2762983074458065858049-70664-d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e.jpeg

TMW - Bonaventura ha cambiato il Milan: due gol in tre partite

by

Vince, convince e risale posizioni in classifica. Il Milan di Stefano Pioli, dopo aver sfiorato l'impresa contro Napoli e Juventus, coglie due importantissimi successi in trasferta, entrambi sulla Via Emilia, contro due squadre che in passato sono state allenate dal tecnico di Parma. E domenica prossima può chiudere il trittico battendo in casa il Sassuolo, che ha guidato nel 2009-10 in Serie B. Al di là del dato puramente statistico, i rossoneri sembrano aver imboccato la strada giusta, grazie soprattutto al lavoro di Pioli, bravo a superare il momento difficile e a dare sicurezza alla squadra, che ora sembra davvero consapevole dei propri mezzi. Sono tante le buone notizie arrivate dalla sfida del Dall'Ara: dalla conferma del bomber Theo Hernandez alla crescita di Bennacer, fino al recupero totale di Bonaventura e alla grande prestazione di Piatek. Il centrocampista italiano, in particolare, è diventato subito il fulcro della manovra, un elemento imprescindibile, che garantisce diverse soluzioni offensive e grande  incisività in fase realizzativa. 

L'altra faccia della medaglia - Se da un lato Bonaventura è tornato a prendersi la scena a suon di grandi prestazioni e gol, dall'altra parte c'è qualcuno che non sta vivendo un momento particolarmente positivo: i problemi fisici lo hanno frenato nelle ultime settimane, ma Paquetà non sembra essere più centrale nel progetto tattico di Pioli. Anche ieri stasera, quando è stato chiamato in causa, il brasiliano non è stato convincente e si è lasciato andare a qualche leziosismo di troppo, che di sicuro non è piaciuto al suo mister. L'investimento operato un anno fa è stato molto importante, ma l'ex Flamengo non è ancora riuscito a imporsi e a mostrare tutte le proprie qualità. Adesso dovrà sbrigarsi, perché le occasioni a disposizione potrebbero essere sempre di meno.