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Rai, di cosa parla l'intervista della Maggioni ad Assad

Tra gli argomenti principali: attacchi chimici, ricostruzione e accuse a Francia e Stati Uniti di sostenere il terrorismo islamico

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Alla fine una parte del misterioso contenuto dell'intervista fatta da Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al Assad è apparsa. Poche indiscrezioni, che però confermano quanto appreso dal Giornale.it da fonti siriane. Innanzitutto il titolo: Intervista del presidente Assad a RaiNews24. I temi toccati sono essenzialmente tre: gli attacchi chimici, i profughi e la ricostruzione del Paese. Nulla di nuovo, per carità. Nessun contenuto esclusivo o roboante in grado di giustificare, se mai fosse possibile, la mancata messa in onda dell'intervista.

Ma andiamo con ordine. Nell'intervista, secondo quanto riporta l'AdnKronos e che trova conferma con quanto raccolto da ilGiornale.it, Assad accuserebbe gli Stati Uniti, la Francia e più in generale l'Europa di aver fomentato la guerra in Siria e di sostenere il terrorismo. Nulla di nuovo sotto il sole, sia chiaro. Basta riprendere la nostra intervista realizzata alla fine di dicembre del 2016 per trovare parole simili: "Il problema dell’Europa è che non vuole che che la si aiuti. Gli ufficiali e i governi lavorano contro i loro stessi interessi. Supportano il terrorismo nella nostra regione e, così facendo, aiutano il terrorismo ad attaccare l’Europa. Come posso aiutarlo? Se non hai buone politiche prima dell’intelligence, non puoi raggiungere alcun risultato attraverso l’intelligence e le azioni militari".

Secondo tema toccato: gli attacchi chimici. Assad nega con forza (e non poteva essere altrimenti) le colpe che, nel corso di questi anni, gli sono state attribuite: "Dai prelievi di clorino fatti" - questo è uno dei passaggi clou e più complessi che sarebbero contenuti all'interno dell'intervista - "c'era meno quantità di questo gas nei siti bombardati di quanto se ne tenga normalmente in casa per fare le pulizie".

Infine, il terzo tema: la Siria di domani. Chi la ricostruirà? "I soldi ci sono, sia nel Paese che in giro per il mondo grazie ai tanti siriani disposti ad investire per la ricostruzione", fa sapere Assad, che poi annuncia di voler aprire le porte ai rifugiati non appena la Ue si dirà pronta a rimuovere le sanzioni. Anche in questo caso, concetti già espressi di fronte alle nostre telecamere nel 2016: "Dopo la guerra, la maggioranza dei siriani tornerà in patria e la Siria rinascerà perché fino ad oggi non è ancora svanita. Questa guerra, inoltre, ha unito tanti siriani che hanno imparato moltissime lezioni. Se non ci accettiamo reciprocamente, se non ci rispettiamo reciprocamente, non possiamo avere una società unita e, così facendo, la Siria non rinascerà. Credo di non dovere solo parlare della rinascita della Siria, ma sento che, se non ci sarà più il terrorismo, la società civile sarà più forte di quella di prima il conflitto. Anche grazie alle elezioni che abbiamo imparato".

L'accusa dei media filogovernativi: "Sottomissione agli Usa"

Nel pomeriggio di oggi, il giornale filo governativo Al Watan - di proprietà di Rami Makhlouf, cugino di Assad - ha accusato la Rai di "sottomissione, in un modo o nell'altro, alla volontà americana e ai suoi progetti distruttivi". Secondo quanto riportato dal quotidiano arabo, la tivù di Stato italiana avrebbe "avuto paura delle parole di verità dette dal presidente Assad, impedendo la trasmissione dell'intervista fatta più di una settimana fa" e che "avrebbe suscitato l'eco che merita nell'opinione pubblica occidentale". Al Watan si spinge ancora più in là e afferma che "l'atto commesso dalla tv italiana rivela l'entità del coinvolgimento dei media occidentali nella cospirazione contro i siriani".

L'intervista completa è stata messa in onda dai media statali siriani oggi alle 21 - il contenuto dell'intervista al presidente Assad non presenta novità degne di nota. Se non il fatto stesso di intervistare il leader siriano. E, ad oggi, non si capisce ancora perché non sia stata fatta uscire. La Rai è poi corsa ai ripari mettendo online il colloquio tra la Maggioni e Aassad sulla piattaforma di RaiPlay.