Mattarella: "Evasione fiscale indecente, problema culturale"

Il presidente parlando con gli studenti: "Si calcola sia di 119 miliardi, una somma enorme. Se scomparisse aumenterebbero pensioni e stipendi e si abbasserebbero le tasse"

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Il presidente Mattarella con alcuni studenti ospiti al Quirinale (Dire)

Roma, 9 dicembre 2019 - Il j'accuse di Mattarella contro l'evasione fiscale ha come platea un gruppo di studenti ospiti al Quirinale: "E' una cosa davvero indecente - spiega il presidente ai ragazzi - perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano".

E ancora, "l'evasione fiscale è l'esaltazione della chiusura in sè stessi - sottolinea il capo dello Sttao - dell'individualismo esasperato. E' un problema serio in molti Paesi. Lo è nel nostro. Vi sono Paesi in cui è molto più grave, vi sono Paesi in cui invece il senso civico di ciascuno lo ha quasi azzerato. E' un problema grave perché significa ignorare che si vive insieme e che la convivenza significa contribuire tutti insieme - come dice la Costituzione, secondo le proprie possibilità - alla vita comune. Chi evade cerca invece di sottrarsi a questo dovere, di sfruttare le tasse che pagano gli altri per i servizi di cui si avvale. E' una cosa, a rifletterci, davvero indecente".

Mattarella non si sottrae, anzi approfondisce: "L'evasione fiscale è calcolata nell'ultimo documento ufficiale dell'anno passato circa 119 miliardi di euro: una somma enorme. Se scomparisse, le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate".

"Per questo, anche lì il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche - che stanno dando qualche risultato - ma è soprattutto di cultura e di mentalità, di capire che in un'associazione, in una società, in una convivenza, se non si contribuisce tutti allo sforzo comune, c'è chi lo fa con onestà e c'è chi lo fa sfruttando quanto gli altri fanno. E questo non è giusto", ha sottolineato il Capo dello Stato.

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