Life is Strange 2 | Recensione | Game Division

L’essere umano è una delle creature più strane sulla faccia della Terra. Le sue azioni ed i suoi pensieri plasmano in maniera non indifferente il mondo nel quale vive, portando esso a basare la propria esistenza su delle scelte mirate. L’aspetto più particolare che rende l’umanità unica è la razionalizzazione ed il modo dove l’essere umano sa esprimere ogni suo singolo sentimento. Spesso e volentieri ci basta poco per esprimere quello che proviamo ed ancora più spesso riusciamo a dar vita ad opere fantastiche usando soltanto le nostre emozioni. Il mondo artistico ha saputo rendersi vario proprio grazie a questa mole di emozioni che caratterizza ognuno di noi. Anche il mondo videoludico (ormai facilmente considerabile per molti come ramo artistico) ha saputo rendersi “vittima” dei sentimenti umani, dando così nascita a svariate opere uniche. In quest’attuale generazione di console svariati prodotti ludici hanno saputo raccontare storie fantastiche, ma pochi racconti sono rimasti impressi nella nostra memoria. Life is Strange lo possiamo considerare un eccezione che è riuscito a segnare in maniera non indifferente la vita di molti videogiocatori.

Con il secondo capitolo della saga creata dai DONTNOD questa serie cerca ancora una volta di dimostrarci che i videogiochi non sono semplici “strumenti di sfogo”, ma che al contrario possono insegnarci a emozionarci. A più di un anno di distanza Life is Strange 2 è arrivato al suo capolinea, chiudendo ufficialmente le avventure di Sean e Daniel Diaz. Ma sarà effettivamente riuscito questo secondo capitolo a conquistarci in maniera identica al primo Life is Strange? I vari argomenti socio-politici saranno bastati per “sdoganare” la serie dal suo passato ed offrire un prodotto più maturo? Andiamo a scoprirlo nelle prossime righe della nostra recensione!

Ballando con i lupi!

Partiamo con ordine cercando di spiegarvi cos’è per esattezza questo Life is Strange 2. Esattamente come i suoi capitoli precedenti, il prodotto DONTNOD è una semplice avventura grafica improntata sulla narrazione. Il gameplay generale viene messo in disparte dando più priorità alla storia del gioco che alla sua componente ludica. Life is Strange 2 pur sembrando all’apparenza un sequel diretto del primo capitolo si separa in maniera netta dalle vicende viste in passato. Il titolo condivide soltanto lo stesso universo narrativo, lasciando fuori quasi tutti i riferimenti dei capitoli precedenti. Solo qualche “scelta mirata” del primo Life is Strange compare in questo secondo capitolo della saga, ma le azioni generali di Max e Chloe (protagoniste del primo LiS) non vanno ad influire in nessuna maniera la nuova storia.

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In Life is Strange 2 affrontiamo l’avventura di due fratelli ispanici, ovvero Sean e Daniel Diaz. Le vite di questi due ragazzi vengono totalmente sconvolte quando Daniel scopre di essere molto più speciale di un normale ragazzino di 8 anni. Il piccolo della famiglia Diaz infatti, dopo un tragico incidente, sviluppa dei poteri telecinetici che rendono il ragazzino molto particolare. Il tragico avvenimento però non dona soltanto dei poteri a Daniel, ma scatena anche una serie di avvenimenti che costringono i due fratelli ad abbandonare la propria dimora e cercare rifugio lontano da casa. Per non rischiare di spoilerarvi contenuti molto delicati preferiamo fermarci qui, lasciando a voi la possibilità di scoprire tutto quello che ha da offrire la storia di Life is Strange 2.

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Quello che sicuramente ci ha più sorpreso di questo “sequel” è la sua cura verso dei temi decisamente maturi e difficile da raccontare (visti i contesti odierni). La narrazione di Life is Strange 2, infatti, cerca svariate volte di prendervi a pugni nello stomaco, affrontando argomenti molto delicati come la xenofobia, l’odio gratuito, la discriminazione e ovviamente l’ingiustizia. Questi temi cercano di far capire al giocatore che il mondo circostante viene purtroppo dominato più dalla negatività che dall’altruismo.

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Anche quando Sean e Daniel riescono a tirare un respiro di sollievo, la vita riesce comunque a prenderli a schiaffi e a costringerli a cadere. In Life is Strange 2 la sicurezza ed il calore famigliare sono solo elementi temporanei che tendono a svanire in fretta. Il continuo senso di impotenza è il “fulcro” di questa avventura che fa soffrire svariate volte prima di trovare l’eventuale tranquillità di un finale.

Un fratello è un regalo per il cuore e un amico per lo spirito

A differenza del primissimo capitolo in questo Life is Strange 2 non abbiamo un controllo diretto sul personaggio con i poteri soprannaturali (ovvero Daniel). Infatti lungo l’avventura prendiamo soltanto i panni di Sean, ovvero il fratello più grande. Tuttavia, ogni singola azione presa durante i 5 episodi di quest’opera plasmano in maniera non indifferente il fratellino più piccolo (ed ovviamente anche la conclusione delle vicende). Infatti, è compito nostro cercare di essere un fratello esemplare e non lasciare Daniel a diventare schiavo dei propri poteri. Possiamo scegliere se lasciare il piccolo Diaz a usare in maniera libera il proprio dono o cercare di rimanere il più possibile nascosti facendo a meno dei poteri.

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Ogni azione ha una reazione uguale e contraria rendendo il secondo Life is Strange molto più dinamico. Anche l’aspetto della rigiocabilità viene fortemente influenzato da questo fattore, dandoci finalmente dei motivi validi a sperimentare più volte il viaggio di Sean e Daniel. Ma oltre all’aspetto delle scelte (molto più profondo rispetto a LiS) la storia di questo “sequel” sa farsi apprezzare per il suo ottimo flusso narrativo. I vari personaggi che incontriamo lungo l’avventura sono tutti caratterizzati in maniera più che soddisfacente, lasciando in qualche modo un’impronta positiva sul comparto narrativo. Capita di amare dei personaggi e di odiarne altri a seconda del momento. Proprio questo “legame” ci spinge ad agire in maniera ogni qualvolta diversa, portandoci a conclusioni e scelte molto dissimili tra loro.

A volte si nota una certa voglia da parte degli sviluppatori di cercare di allungare il più possibile la vicenda. In certi episodi succedono scene che di base non hanno una vera e propria importanza ai fini della storia. Questi continui elementi sembrano più delle forzature volute per rendere il titolo più longevo, piuttosto che nell’integrare qualcosa di realmente interessante o necessario ai fini della narrazione. Durante le circa 15 ore totali di gioco (3 ore ad episodio circa) capita di imbatterci in almeno 2 ore di contenuto “fuori contesto” che spezza in maniera non indifferente il ritmo della narrazione. Va comunque detto che questo non rovina per nulla l’ottima trama del gioco che risulta godibile dall’inizio alla fine.

Tecnicamente Parlando

Sicuramente si poteva fare di più sotto il punto di vista tecnico. Life is Strange 2 non riesce a sorprendere, risultando spesso piatto e poco definito. Gran parte dei personaggi presentano animazioni legnose e molti modelli sono decisamente rivedibili. Anche le varie texture in-game sembrano datate, rendendo i vari scenari poveri di dettagli. Durante la nostra prova (su PS4 Pro) abbiamo constatato anche un paio di crash generali.

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Nonostante tutto, però, va premiato il lavoro svolto sul comparto audio che, tra un doppiaggio molto buono ed una soundtrack fenomenale, riesce a far immedesimare ancora di più durante le situazioni di gioco. Ascoltare certe canzoni durante dei momenti specifici scaturisce emozioni di varia natura (gioia, rabbia, tristezza…).