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Arcelor Mittal, Patuanelli: ingresso Stato per un nuovo piano

Il ministro dello Sviluppo economico: lo Stato deve essere garante dell'attuazione del piano industriale

L'ingresso dello Stato in aziende come l'ex Ilva va letto nell'ottica di "ripensare a un piano industriale per aziende che sono in difficoltà. Oltre a dover garantire la produzione dell'acciaio, ad esempio, per l'ex Ilva la produzione dell'acciaio va accompagnata con interventi ambientali importanti". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ospite a 'L'aria che tira', su La7.

E ha aggiunto: "Lo Stato deve essere garante dell'attuazione del piano industriale, cosa che fino a oggi non c'è stata. Inoltre lo Stato entra per controllare quello che fa il privato".

Stiamo mettendo sul piatto tante risorse, un miliardo, che devono finalmente avere dopo tanti anni di chiacchiere un'attuazione reale", ha proseguito Patuanelli. Si tratta, ha aggiunto: "I vertici Mittal ci hanno detto che hanno la volontà di ridiscutere il piano industriale da una prospettiva di sviluppo che rispetti l'ambiente attraverso nuove tecnologie per la produzione dell'acciaio, che non può ancora passare per il carbone in un Paese che pensa alla decarbonizzazione da qui al 2025, per step fino al 2030".

"Esuberi? Al lavoro su tante misure per occupazione"
"Il nostro piano sta ragionando su un aumento di produzione con tecnologie diverse che singolarmente hanno meno bisogno di manodopera ma che aumentando la produzione possono dare risposte occupazionali ai lavoratori ex Ilva" ha affermarlo Patuanelli. "Non è certamente parlare di 5mila esuberi che può portare a una soluzione" ed è "prematuro" anticipare il numero di lavoratori che potrebbero essere coinvolti nel processo di accompagnamento all'uscita: "stiamo lavorando perché siano il minor numero possibile, stiamo lavorando per dare altre opportunità occupazionali a quel territorio attraverso le partecipate, attraverso la disponibilità di Fincantieri e di Snam" spiega Patuanelli sottolineando che sono allo studio "tante misure che possano portare a una proposta occupazionale diversa".

Conte: propongo ingresso partecipata pubblica 
Nella trattativa con Mittal per lo stabilimento ex Ilva di Taranto, il governo propone l'ingresso "di una partecipata pubblica". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine di un convegno dell'Eni.

Lavoratori Taranto si preparano a sciopero
Stamattina alle 6, davanti ai tornelli delle portinerie del siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, è cominciato il volantinaggio dei delegati sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm in vista dello sciopero nazionale di domani con manifestazione a Roma in piazza Santi Apostoli. A Taranto, per consentire un'ampia partecipazione alla manifestazione nazionale, lo sciopero parte dalle 23 di stasera e si conclude alle 7 dell'11 dicembre. Durerà quindi 32 ore.Con questo sciopero le tre sigle sindacali dicono no ai 4.700 esuberi entro il 2023, di cui 2900 subito, dichiarati al Mise da ArcelorMittal. Lo sciopero per le confederazioni riguarda anche l'area dell'indotto-appalto del siderurgico. Sciopera domani ma per conto proprio anche il sindacato Usb che effettuerà un presidio davanti alle portinerie del siderurgico. Antonio Arcadio, segretario regionale Puglia Fisascat Cisl, annuncia che domani "sarà in sciopero l'intero sistema dell'indotto che ruota intorno ai diversi stabilimenti exIlva ArcelorMittal, contro i 6.300 esuberi ipotizzati dall'imprenditore franco-indiano. I tagli sia dei posti di lavoro diretti sia della quantità prodotta di acciaio si ripercuotono, inevitabilmente, nel sistema esternalizzato dei servizi, laddove operano 6.000 addetti, distribuiti nei settori delle pulizie industriali, della ristorazione, della vigilanza, circa 5.000 solo nel siderurgico tarantino, oltre alle centinaia di addetti impiegati nelle attività riferite ai comparti alberghiero, distribuzione commerciale e lavanderie, riconducibili ai servizi funzionali della stessa grande impresa".