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Roma, l’era Friedkin alle porte. Dal mercato allo stadio: ecco cosa cambierà

Pallotta pronto a cedere la maggioranza della società. Il magnate texano porterà un vento nuovo e un progetto finanziario rinnovato. Ecco quello che ci aspetta

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COSA PUO’ CAMBIARE

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Struttura societaria: rivoluzione a Trigoria
Con il passaggio di proprietà a Trigoria cambierà molto. Dalle teste pensanti, a chi svolge il lavoro quotidiano in prima linea e dietro le quinte. Una costante in tutte le nuove gestioni è la rottura con il passato. E’ successo alla Roma con l’addio ai Sensi e, con ogni probabilità, riaccadrà con la fine dell’era Pallotta. Difficile individuare ora i nomi più a rischio. Già quest’anno il board giallorosso ha ordinato una “rinfrescata” di alcuni ruoli chiave. Che fosse solo l’antipasto della rivoluzione? E in questo discorso possono rientrarci anche i calciatori.

Presenza della proprietà
Inutile girarci intorno. La mancanza di James Pallotta a Trigoria in questi anni è stata spesso un tema caldo. I tifosi dal nuovo proprietario vorranno prima di tutto una gestione più attiva. Più presenza sul campo. Delegare a terzi, seppur tra i migliori nei rispettivi settori, ha creato spesso incomprensioni e difficoltà evitabili. Da questo punto di vista Friedkin potrà fare tesoro degli errori del suo (eventuale) predecessore. Il texano, come Pallotta, ha affari in tutto il mondo e difficilmente riuscirà a stabilirsi a Roma. Ma già nella fase della trattativa per l’acquisizione della società ha coinvolto il figlio Ryan, che potrà fare le sue veci, ricalcando il modello Suning-Inter.

Strategia sul mercato e finanziaria.
Sabatini, Monchi, Massara e infine Petrachi. Da quando Pallotta è arrivato a Roma sono cambiati quattro direttori sportivi (per Massara solo una breve fase di passaggio), ma la strategia di fondo è rimasta la stessa. Vendere tre o quattro pezzi importanti e ricomprare, ogni stagione. Un modus operandi che ha accompagnato una crescita del valore patrimoniale del club, ma che non ha prodotto risultati sul campo. Friedkin dovrà capire se insistere su questa linea o scegliere un action plan diverso, magari seguendo il modello Napoli. Meno cessioni e meno acquisti, puntando a mantenere la stessa base per più anni.
Sul piano finanziario l’obiettivo resterà la crescita sul piano commerciale. La Roma, da questo punto di vista, è ancora debole e incassa tre volte meno di un club di Bundesliga di pari livello.

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