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Dieci titoli su cui scommettere nel 2020 grazie ai Pir

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Da Tim a Leonardo, da Ima a Cairo a Fincantieri, l'effetto Pir si farà vedere a Piazza Affari, a detta di Banca Akros, che stima un impatto di 1,7 mld sul Ftse Mib, di 612 mln sul Ftse Mid e di 122 mln sull'Aim. Equita si fa cauta e prevede afflussi netti per 2,5 mld nel 2020

Piazza Affari sta chiudendo l'anno in bellezza con un rialzo del Ftse Mib attorno al 26%. E se le tensioni sul fronte della guerra dei dazi Usa-Cina non peggioreranno nei prossimi giorni con un avvitamento attorno alla scadenza di domenica 15 dicembre, quando dovrebbero scattare nuove tariffe, gli investitori ricorderanno il 2019 come un anno brillante sul listino milanese.

Il 2020 dovrebbe aprirsi bene grazie all'accordo di fine novembre fra maggioranza e opposizione che hanno sottoscritto all'unanimità l'aggiornamento sulla legge dei Pir, i Piani individuali di risparmio. Si tratta di piani di investimento con bonus fiscale che nella versione 1.0 avevano raccolto 11 miliardi nel 2017, 3,49 miliardi di afflussi netti nel 2018, mentre quest'anno sono in rosso per 546 milioni, alla data del 30 settembre scorso.

Secondo Banca Akros, il tema dei Pir ha scaldato fin da subito il mercato, perché la versione approvata è in linea con la norma precedente e piace alle società di gestione. Gli analisti hanno calcolato anche il possibile impatto su Piazza Affari nel 2020. Infatti "se i nuovi Pir fossero della stessa portata di quelli del 2018, ovvero con una raccolta netta di 3,5 miliardi di euro, l'impatto su Ftse Mib potrebbe essere nell'ordine di 1,7 miliardi di euro", spiegano i tecnici. Sull'indice Ftse Mid, invece, il segmento dedicato alle società di medie dimensioni, l'impatto positivo sarebbe di 612 milioni, e sull'Aim di 122 milioni per il prossimo anno.

Luigi De Bellis, Co-Head of Research Team di Equita  Sim, spiega a milanofinanza.it che la raccolta netta per il 2020 sarà attorno a 2,5 miliardi di euro "visto che le prime settimane dell'anno saranno perse in attesa di aggiornare i vecchi fondi Pir alla nuova normativa". A questo si aggiungono le incertezze "della guerra dei dazi, di come avverrà la Brexit e di un governo italiano che potrebbe avere ulteriori fasi di assestamento", aggiunge l'esperto. Il 2021, però, riprende De Bellis, vedrà probabilmente afflussi netti superiori una volta che si sarà rimessa in moto la macchina.

Quanto alla valutazione espressa dal mercato sui titoli, Wall Street viaggia attorno a 17,5-18 gli utili attesi nel 2020, una media piuttosto alta a livello storico, mentre il settore Mid cap italiano esprime 16 volte il rapporto Prezzo/Utili 2020. E se si toglie il settore finanziario (banche, sgr), si sale sopra le 17 volte, incorporando una crescita dell'utile per azione (eps) oltre il 12%. "Una percentuale piuttosto alta rispetto alla poca visibilità sulla crescita degli utili nel 2020, che difficilmente potrebbe avvenire a questo ritmo, con una possibile revisione delle stime". Ormai sono 10 anni di crescita dell'economia mondiale, trainata dagli Usa e più di qualche economista teme quantomeno un raffreddamento nei prossimi trimestri.

Un aiuto a Piazza Affari, però, può arrivare dai nuovi Pir. Che cosa stabilisce il nuovo testo? L'emendamento prevede che del 100% del fondo, il 30% sia libero di essere investito in base alle decisioni del gestore e del regolamento del fondo (per esempio più essere semplice liquidità oppure riguardare materie prime o large cap come Eni , Enel , Snam), mentre almeno il 70% dell'attivo deve andare in strumenti finanziari emessi da imprese italiane oppure europee (purché abbiano una stabile organizzazione in Italia) e qui non emergono limiti nella grandezza della società.

Tenuto poi fermo il 70%, almeno il 25% va investito in strumenti finanziari (equity o debito) di imprese diverse da quelle inserite nell'indice Ftse Mib o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. E questo andrà a favore dello Star. La novità è che almeno il 5% del valore complessivo (sempre il 70%) deve essere investito in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell'indice Ftse Mib e Ftse Mid (le mid cap), e quindi potrà essere veicolato sull'Aim, il segmento delle più piccole.

Akros delinea anche dieci titoli su cui scommettere nel 2020, che potranno beneficiare dell'effetto Pir, tenendo anche conto che il 30% degli investimenti di questi fondi è libero di spaziare su tutta Piazza Affari. Il set di titoli scelto è stato selezionato per "garantire un'adeguata visibilità sulla dinamica dei risultati, con una certa resilienza del business e della generazione di cassa e valutazioni non eccessivamente elevate".

Si tratta, nello specifico, di Tim , che ha un rating buy e un target price di 0,8 euro da Akros contro 0,55 euro attuali. Il rapporto prezzo/etili adjusted atteso per il 2019 è di 9,5 volte, a scendere verso 7,8 volte nel 2020. Il secondo titolo è Moncler , che la settimana scorsa ha beneficiato di un bel rialzo dopo che il gruppo ha ammesso di avere avuto contatti con Kering , ma che per ora la relazione resta a distanza. Per Akros il gruppo dei piumini è buy, con target price a 41,5 euro (già superato a 41,8 euro).

Nella lista compare anche Leonardo , un buy con prezzo obiettivo di 15,5 euro (ora è a 10,5 euro), un p/e adjusted di 8,4 volte atteso per il 2019 e di 7,5 volte per il 2020. Il titolo beneficia anche di un buon dividend yield del 4,5% per quest'anno e leggermente più alto nel 2020. Un altro buy è stato assegnato ad A2A  con target price di 2 euro da 1,6 attuali, un p/e 2019n di 15,9 volte, a scendere a 14,6 volte nel 2020. Per gli analisti di Akros potrebbe beneficiare di un buon recupero del settore idroelettrico e sul fronte M&A nell'ambito delle rinnovabili e del trattamento dei rifiuti.

A Ima  i broker affidano il rating accumulate con un target price di 83,8 euro dai 66 attuali. Per il gruppo del packaging bolognese l'effetto Pir potrebbe essere importante e visibile. Il titolo sta soffrendo la stima troppo alta, secondo Akros, degli effetti della divisione tabacco, mentre il gruppo nel frattempo sta effettuando acquisizioni mirate in diversi settori.

Gli altri titoli inseriti nella top ten sono Finncantieri (accumulate, target price 1,2 euro) con un p/e atteso per il 2020 di 8,9 volte, per Akros davvero basso a fronte di un ordini per oltre 30 miliardi di euro; Dovalue  (buy, 13,5 euro il prezzo obiettivo); Maire Tecnimont  (buy, 3,3 euro il target price), tratta ad un p/e 2019 e di 8,2 volte; Cairo è buy con target price a 4 euro (ora scambia a 2,74 euro) e per Akros è un titolo decisamente sottovalutato, visto che da sola Rcs  vale 2,18 euro per azione e potrebbe beneficiare dell'effetto Pir; anche Fine Foods  è buy con target price a 13 euro (un titolo adatto ai fondi Pir); Net Insurance  è l'ultimo buy a 6 euro, una società che per Akros può beneficiare della forte crescita del settore bancassicurativo Non-Vita e di buona visibilità sugli utili futuri. (riproduzione riservata)