Facebook ha una black list per le emoji. Ecco quelle 'pericolose'
Non si tratta di un divieto tout court ma di un’attenzione che verrà rivolta nei confronti di certe emoticon e dell’utilizzo che ne facciamo
by gabriele fazioEsiste una black list di emoji realizzata da Facebook in linea con la politica più conservatrice messa in atto dalla società di Zuckerberg; per molti troppo conservatrice, con un pensiero rivolto immediatamente ai nudi d’arte più volte vittime di censura.
Sotto la lente d'ingrandimento sono finite melanzane, pesche, banane…sono questi i frutti del peccato ai quali i controllori di Facebook (ma anche di Instagram) presteranno particolare attenzione riguardo il loro utilizzo. La teoria è che il linguaggio in codice, informale, che viene spesso utilizzato in conversazioni private su Whatsapp, dove appunto pesche, banane oppure l’emoji con le tre goccioline d’acqua, rappresentano metafore di messaggi osè, diventi un’abitudine di pubblico dominio, dunque ufficialmente pornografica, dunque non rispettosa della policy adottata dall’azienda.
Non si tratta di un divieto tout court ma di un’attenzione che verrà rivolta nei confronti di certe emoticon e dell’utilizzo che ne facciamo. Alcuni esempi possono forse chiarire meglio la situazione: se avremo voglia di celebrare il corpo di una star di Hollywood, magari postando una foto dove il suo lato B sia protagonista assoluto dell’attenzione dei nostri follower, non sarà possibile coprirlo con una pesca; il frutto non vi salverà dalla violazione delle regole dei social.
E scatterà il segnale di stop anche se qualcuno dovesse commentare con le tre famigerate goccioline d’acqua. Naturalmente il sistema di controllo si basa su un algoritmo, che difficilmente ha una capacità di giudizio elastica, per cui in passato è già successo che, come già ricordato, nudi d’arte fossero scambiati per pornografia o vignette satiriche per dichiarazioni terroristiche. Un rappresentante di Facebook ha dichiarato a XBiz.com, la rivista online che per prima si è accorta di questo aggiornamento, che nulla di sostanziale è cambiato: “Spesso apportiamo aggiornamenti ai nostri standard comunitari. Pubblichiamo queste modifiche sul nostro sito in modo che la nostra community ne sia a conoscenza. Con questo aggiornamento, nulla è cambiato in termini di politica stessa o di come la applichiamo, abbiamo semplicemente aggiornato la lingua per renderla più chiara per la nostra comunità”.
E a chi grida alla censura lo stesso rappresentante di Facebook, rimasto anonimo, risponde “il contenuto verrà rimosso da Facebook e Instagram solo se contiene un’emoji sessuale insieme a una richiesta implicita o indiretta di immagini di nudo, sesso o partner sessuali o conversazioni di chat sessuale”.