https://cdn.ilbianconero.com/images/2019-10/Sarri.Juve.2020.occhiali.1080x648.jpg

Sarri, rivoluzione a metà: messaggi di Chiellini e Bonucci, la squadra è con lui?

by

Una rivoluzione che c'è e non c'è. Che l'avventura di Sarri alla Juve non sarebbe stata semplice si sapeva fin dall'inizio. I bianconeri, infatti, arrivano da quasi un decennio di successi: otto scudetti di fila, cinque dei quali con la firma di Max Allegri, un pragmatico, non un esteta. Per vincere, insomma, la Juve aveva già la ricetta ma mandare via Allegri per prendere Sarri voleva e vuol dire solo una cosa: vincere non basta più, bisogna farlo "giocando bene". In questo la rivoluzione di Sarri è rimasta a metà, almeno per ora. Il tecnico toscano sta cambiando i concetti su cui si sono basati i successi sotto la gestione Allegri: pressing e difesa alta, gioco nello stretto, esaltazione del concetto di squadra più che dei singoli. Tutto l'opposto rispetto alla filosofia allegriana.

NODO DIFESA - C'è un problema, serio, che rispetto al passato recente emerge in maniera dirompente: la tendenza della Juve a farsi sempre rimontare. Quando è andata in vantaggio in campionato è stata ripresa in ben otto occasioni. Alla fine, poi, l'ha quasi sempre spuntata, vincendo la partita, ma i numeri dicono che se la Juve va avanti poi finisce quasi sempre per prendere il gol del pari. Arrivati quasi a metà campionato sta diventando un trend dovuto anche all'atteggiamento della squadra che fatica a difendere bassa, ad esaltarsi quando viene messa in difficoltà dagli avversari e quando viene spinta dentro la propria area. Quando succede la Juve prima o poi prende gol, con Allegri invece c'era la sensazione che in alcune partite gli avversari potessero giocare anche 100 minuti ma il gol non l'avrebbero mai fatto.

SPOGLIATOIO - Mentre Sarri lavora per sistemare questa problematica non da poco, ci si interroga anche sull'appoggio da parte dello spogliatoio. Se la scorsa settimana Chiellini aveva spronato la squadra dicendo che "​bisogna dare un upgrade ai concetti su cui abbiamo lavorato in questi mesi per valorizzare il bel gioco" e che "bisogna avere più emozione nel bel gioco e cercare di farlo un po' di più", dopo la sconfitta contro la Lazio Bonucci ha avvertito la ciurma: ​"Dobbiamo ritrovare la voglia di saper soffrire nei momenti in cui c'è da soffrire, va bene costruire bel calcio ma dobbiamo anche trovare in noi quella determinazione e quella fame di non voler subire". C'è poi una parte di spogliatoio che non apprezza, come è normale che sia, le reiterate panchine: oltre a Demiral e Rugani il caso più rumoroso è quello di Emre Can che non ha sembra avere tutta questa voglia di gettarsi nel fuoco per la Juve e il suo allenatore. Su di lui l'esclusione dalla lista Champions ha pesato ma è una scelta che Sarri ha dovuto fare per forza, vista la rosa extralarge a disposizione. Non fosse stato lui sarebbe toccato ad un altro, magari un nuovo arrivato che avrebbe avuto il rischio di venir subito bruciato. In tutto, questo, comunque, la Juve ha perso solo una partita su 20, ha finito in testa in girone di Champions ed è soli due punti dalla capolista Inter. Tempo per migliorare ce n'è eccome, prima dell'inizio della fase ad eliminazione diretta in Champions, tra dicembre e febbraio, Sarri avrà più tempo per far attecchire i suoi concetti e farli accettare al gruppo ma tutti dovranno remare dalla stessa parte.

@lorebetto