Istat: gli stipendi più bassi vengono percepiti al Sud
Stando alla fotografia dell'Istat le donne percepiscono una retribuzione oraria inferiore del 7,4% rispetto a quella degli uomini, mentre in generale i salari orari più bassi si registrano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate al sud, con un differenziale retributivo rispetto al nord-ovest del 16,2%.
by Danilo FieniStando alle stime dell’Istat nel 2017 la metà delle posizioni lavorative percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro (valore mediano). La retribuzione oraria mediana 2017 segna un aumento dell’1,7% rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016.
I rapporti di lavoro che riguardano gli uomini sono il 59% del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto ai 10,81 euro delle donne.
Il gap di genere mostra un trend in calo nel 2017 (+7,4%) rispetto al 2014 (+8,8%) per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%).
Le posizioni lavorative occupate da dipendenti con titolo di istruzione terziaria fanno registrare una retribuzione oraria mediana di 13,85 euro, superiore di 3,12 euro rispetto a quelle di dipendenti con livello di istruzione primario (con un differenziale del 29,1%); quelle con titolo di studio secondario rispetto al primario invece mostrano un differenziale del 7,5% e coinvolgono il 44% circa dei rapporti totali.
Nel 2017 la retribuzione oraria mediana passa dai 10,03 euro dei giovani (classe di età 15-29 anni) ai 12,46 euro dei lavoratori più anziani (età maggiore o uguale a 50 anni).
Un altro fatto che salta all’occhio è che le retribuzioni orarie mediane più basse si osservano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate nelle regioni del Sud (10,25 euro), mentre il valore più elevato è in quelle del Nord-ovest (11,91 euro), con un differenziale retributivo pari al 16,2%. Nel Nord-ovest sono attivi il 31,4% dei rapporti di lavoro totali, al Sud il 17,1% e nelle Isole il 6,7%.
Nel 2017, il 17% circa delle posizioni lavorative è stato occupato da lavoratori nati all’estero, la maggior parte dei quali (71% circa) nata in paesi extra-europei.
Il differenziale retributivo dei lavoratori nati all’estero rispetto a quelli nati in Italia è negativo e più ampio per i lavoratori nati nei paesi extra-europei (-13,2%) rispetto a quello dei lavoratori nati in paesi europei (-9,4%).
Nel 2017, la retribuzione oraria dei dipendenti che possiedono un diploma è pari a 11,54 euro, il 20% in meno rispetto alla retribuzione oraria dei dipendenti che possiedono almeno una laurea triennale (13,85 euro). Il premio retributivo dei laureati risulta inferiore rispetto a quello osservato nel 2014 (21,2%); infatti, i laureati presentano una crescita nelle retribuzioni inferiore rispetto a quella dei diplomati (rispettivamente, da 13,83 euro a 13,85 euro e da 11,41 euro a 11,54).
In termini di struttura occupazionale nel 2017 ci sono circa 3 laureati ogni 10 diplomati (incidenza in crescita rispetto al 2014).