Un bambino su 4 ha un rapporto problematico con lo smartphone
Lo rivela uno studio del King's College di Londra. I ricercatori, tuttavia, hanno ammesso di non avere ancora in mano prove sufficienti per affermare che lo strumento possa fare male al bimbo
by Gabriele FazioUn bambino su quattro ha sviluppato un rapporto problematico con gli smartphone. A rivelarlo uno studio portato avanti da Nicola Kalk del King's College di Londra e pubblicato sulla prestigiosa rivista specializzata BMC Psychiatry.
Attenzione, lo studio non dimostra che uno smartphone possa fare male ad un bambino, gli autori della ricerca hanno ammesso di non avere ancora in mano prove sufficienti per affermare una cosa del genere, ma il tempo calcolato su un campione di oltre 40mila persone coinvolte nello studio provenienti da tutte le parti del mondo, moltiplica la preoccupazione circa il tempo che i bambini passano con uno smartphone tra le mani.
Vecchi studi avevano già analizzato la questione sotto questo punto di vista, facendo emergere un inequivocabile problema, oggi invece quest’ultimo studio si basa sul genere di rapporto che un bambino possa sviluppare con quella che è diventata a tutti gli effetti la nostra scatola nera.
I risultati suggeriscono che oltre il 23% dei giovani ha una relazione disfunzionale con il proprio smartphone e che questo sembra essere associato a una cattiva salute mentale; anche in questo caso il team si sta concentrando sulla valutazione di un nesso non ancora dimostrabile tra i due fenomeni, ma il sospetto è che l’uso che fanno i bambini degli smartphone possa in qualche modo influire su una sanità mentale appesa ad un filo molto più sottile.
“Sembra che una sostanziale minoranza in adolescenti e giovani di vari paesi si stia manifestando un modello di comportamento che riconosciamo in altre dipendenze. - ha affermato il dott. Kalk - La qualità delle prove è scarsa, ma è sufficiente per giustificare ulteriori indagini”.
Altre dipendenze come bere e fumare, sono in notevole calo rispetto a quelle che riguardano l’utilizzo smodato di Facebook, che secondo la ricerca, in quanto a dipendenza tra i più giovani sta al primissimo posto. Stati d’ansia quando si è lontani dal proprio smartphone o l’utilizzo tecnicamente coatto preferito ad altre attività sarebbero solo alcuni dei sintomi di quella che potrebbe rappresentare la dipendenza del secolo.
E poi ancora depressione (a quanto pare il pericolo maggiore), stress, insonnia e risultati scolastici più bassi. Ora il problema, sollevato anche dalla dottoressa Amy Orben, esperta dell'Università di Cambridge, sta proprio nel collegare certi disturbi all’utilizzo dello smartphone, cosa, sostiene, ancora lontana dall’essere dimostrata.
I più colpiti dalla problematica sono gli appartenenti a famiglie più ricche, che naturalmente, carta di credito in mano, hanno una potenza di fuoco maggiore e particolarmente incline agli acquisti di nuove tecnologie. “Una navigazione in acque inesplorate”, così il professor Russell Viner, presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health, ha definito il ruolo in questa vicenda dei genitori, “Una delle cose più critiche che i genitori devono considerare - commenta - è se il tempo sullo schermo sta avendo un impatto negativo su altre attività come la scuola, le relazioni o altri interessi”.