Fare la differenziata, non la differenza
LBCP: Certe mentalità non cambiano anche se siamo UNESCO
Da quando siamo Unesco sembra che tutto sia migliore, almeno agli occhi di chi ci ha propinato questa convinzione. Tra eventi, festeggiamenti e addobbi pacchiani, che farebbero impallidire anche la Serbelloni Mazzanti vien dal Mare, abbiamo passato le ultime settimane a gongolarci riempiendoci la bocca di slogan, foto mozzafiato e panoramiche con logo, manco fossimo in uno spot di Dolce&Gabbana, ma la fantasia spesso e volentieri supera la realtà.
Ed ecco che basta farsi un tour in autonomia tra le zone più in ombra della città per capire che in fondo siamo ancora quei provincialotti sporcaccioni e incivili che se ne fregano di titoli ed etichette e che per non fare quattro passi in più depositano immondizia dove capita.
Biella, la città che vorrebbe essere ma che non è perché certe mentalità non le puoi cambiare semplicemente applicando un’etichetta di qualità. La colpa di tutto ciò (siamo onesti) non è dell’amministrazione attuale, né di quella precedente, come non lo sarà di quella a venire (nonostante le pecche della gestione rifiuti).
La colpa è della gente, degli sporcaccioni menefreghisti che si credono più furbi degli altri e che se colti sul fatto accampano scuse imbarazzanti su disservizi, costi, aumenti, inondazioni, terremoti, le cavallette .. non è stata colpa miaaaa… , TUTTE CAZZATE, se uno è maleducato, resta tale anche se gli vai a prendere l’immondizia fino in cucina.
È la cultura che manca, il senso di comunità, il “faccio le cose per bene così stiamo tutti bene” ha lasciato il posto a “cosa vuoi che sia un sacchetto in più con tutto lo schifo che c’è in giro”.
Purtroppo questo becero modo di pensare è difficile da sradicare come è difficile far capire a certi individui che non è il loro sacchetto a fare la differenza ma la somma di tutti quelli lasciati in giro da personaggi come loro.
Sia chiaro, non siamo sommersi, non siamo Roma o una grande metropoli, non siamo in emergenza, non siamo allo sbando, ma siamo comunque sulla strada buona per diventarlo, una strada che ogni giorno fa sempre più schifo per colpa di pochi.
Le soluzioni? Educare sembra non basti, sanzionare suona retorico, il classico palliativo che dura dalla sera alla mattina (vedi rimozioni forzate per divieti di sosta), forse, quando saremo veramente in emergenza qualcuno lo capirà ma fino ad allora restiamo a lamentarci degli “altri” sui social, come facciamo noi, che non servirà a pulire la città ma giusto giusto qualche coscienza.