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Olimpiadi | Doping, Russia squalificata per quattro anni

Sanzione pesantissima contro Mosca, giudicata recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping sui suoi atleti. L'esclusione riguarda i Giochi estivi di Tokyo 2020 e quelli invernali di Pechino 2022

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La più pesante sanzione di sempre nella storia pluricentenaria delle Olimpiadi. Basta questo per comprendere la portata della squalifica di quattro anni inflitta oggi alla Russia dalla Wada, l’Agenzia Mondiale antidoping. Niente bandiera di Mosca alle Olimpiadi di Tokyo 2020, Giochi estivi, e a Pechino 2022, invernali. Un intero ciclo olimpico saltato, che si aggiunge all’esclusione subita nelle ultime Olimpiadi invernali del 2018, disputate in Corea del Sud a PyeongChang. La storica sanzione arriva per essere stata recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping dei propri atleti. Da dopo i Giochi casalinghi di Sochi 2014 la Russia è al centro di un’enorme indagine condotta proprio dalla Wada sul ‘doping di stato’ presente nel paese.

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L’esclusione per quattro anni dai Giochi è ovviamente la punizione più pesante presa nei confronti della Russia, ma non l’unica. È stato infatti deciso il bando del paese anche da qualsiasi campionato mondiale, sempre per i prossimi quattro anni. Alla Russia inoltre, ovviamente, non sarà consentito candidarsi per ospitare nessuna di queste manifestazione e l’agenzia antidoping nazionale (Rusada) è stata nuovamente esclusa dalla Wada. L’unica possibilità, per determinati atleti olimpici e paralimpici, sarà quella di gareggiare, qualora accettati, sotto la bandiera neutrale del CIO. L’elenco delle sanzioni è stato approvato all’unanimità. Secondo il rapporto, migliaia di dati sarebbero stati cancellati o manipolati.

Russia e doping, la F1 sembra al sicuro

La Russia ora avrà 21 giorni di tempo per presentare un ricorso al TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Da quanto emerge da Mosca, Svetlana Zhurova, primo vicepresidente del commissione internazionale della Duma (la camera bassa del Parlamento russo) ha spiegato che l’intenzione è quella di rivolgersi al tribunale di Losanna con l’obiettivo di ottenere una revisione della sentenza per “difendere i nostri atleti”.