la Repubblica
Clima, Greta alla Cop25: "Non aspettiamo, le emergenze hanno già un effetto"
L'attivista svedese al vertice sul clima con i ragazzi di Fridays for future. "Ascoltate gli altri attivisti del mondo, condividiamo l'emergenza"
"Le emergenze climatiche non sono qualcosa che avranno un impatto sul futuro, che avranno effetto sui bambini nati oggi una volta adulti, hanno già effetto sulle persone che vivono oggi". Greta Thunberg torna a parlare aprendo la conferenza stampa organizzata da Fridays for Future alla Cop 25 in corso a Madrid.
La conferenza stampa è iniziata in ritardo per la grande quantità di persone in coda per seguire l'attivista svedese, al punto che la sala è stata chiusa e poi riaperta solo ai giornalisti. "Abbiamo il dovere di usare l'attenzione dei media per la nostra piattaforma e per far sentire la nostra voce - ha aggiunto Greta, prima di dare la parola alla moderatrice Luisa Neubauer e ad alcuni attivisti da tutto il mondo, dall'Uganda al Cile, presenti alla conferenza stampa -. Noi, io e Luisa, non parleremo oggi, siamo privilegiate perché le nostre storie sono state già dette, ma non sono le nostre storie che devono essere ascoltate ma quelle degli altri, soprattutto nel sud del mondo e nelle comunità indigene. Abbiamo creato questo evento come una sorta di piattaforma per condividere le storie che devono essere conosciute".
La scorsa settimana Greta è partita da Lisbona a Madrid in treno, dopo aver attraversato l'Atlantico su un catamarano. Venerdì scorso l'attivista svedese è quindi intervenuta al vertice sul clima che vede 198 Paesi partecipare per trovare una soluzione alla crisi climatica. Ai microfoni e dalla piazza Greta ha esortato con forza i governi a prendere i provvedimenti necessari per limitare gil effetti del riscaldamento globale, insistendo: "Volete farci stare zitti, ma noi non smetteremo".
Sul tavolo della meeting internazionale sul clima c'è la transizione economica necessaria per limitare i danni del riscaldamento globale, in gran parte - concordano gli scienziati - dovuto all'attività umana. Una trasformazione che sulla carta molti Paesi hanno abbracciato ma ancora lontana dai target stabiliti nel 2015 dagli accordi di Parigi per mantenere le temperature globali al di sotto di 1,5-2°C.
"Le crisi sociali e ambientali sono le due facce della stessa medaglia", ha ricordato il ministro cileno dell'Ambiente Carolina Schmidt aprendo i lavori di Madrid lunedì scorso. Ma gli ambientalisti dubitano sulle reali intenzioni dei governi di passare all'azione per rallentare le misure di riduzione della CO2 e favorire la transizione ad un modello economico carbon free. Come spiega senza mezzi termini Nicolas Haeringer, dell'ong 350.org all'Afp: "Ci sono Stati che creano falsi dilemmi fingendo che le ambiziose politiche di ridistribuzione non siano compatibili con le ambiziose politiche climatiche, perché mancano soldi. In realtà vogliono solo salvare capra e cavoli, ma soprattutto la capra: ossia gli azionisti delle grandi multinazionali".
Nonostante gli effetti già devastanti ricontrati in molte aree del Pianeta, siamo ben lontani da quello che i cambiamenti climatici comporteranno a livello globale. Ma sono ancora molti i Pesi, poveri e ricchi, a non aver adottato le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi di Parigi. Dobbiamo perciò prepararci "a risolvere nuove potenziali disuguaglianze investendo nei settori cruciali", ha detto all'Afp Darren McCauley, ricercatore presso l'Università Erasmus di Rotterdam. La transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili deve investire tutto il settore energetico. "Non si tratta solo di scegliere tra turbine eoliche e centrali a carbone, è il sistema a dover essere completamente ripensato", chiarisce Nicolas Haeringer sottolineando l'urgenza di stabilire sussidi per i combustibili fossili, come chiesto dal segretario generale delle Nazioni Unite, per finanziare la transizione.