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Lavoro, Istat: salario orario delle donne più basso del 7,4%

I rapporti di lavoro che riguardano gli uomini sono il 59% del totale e registrano una retribuzione oraria media di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro). E' quanto emerge dal report "Differenziali retributivi in Italia anno 2017" diffuso dall'Istat. Il gap di genere mostra un trend in calo nel 2017 rispetto al 2014. Secondo i dati, nel Mezzogiorno le retribuzioni orarie sono più basse del 16,2%.

Le posizioni lavorative occupate da dipendenti con titolo di istruzione terziaria fanno registrare una retribuzione oraria mediana di 13,85 euro, superiore di 3,12 euro rispetto a quelle di dipendenti con livello di istruzione primario (con un differenziale del 29,1%). Quelle con titolo di studio secondario rispetto al primario mostrano invece un differenziale del 7,5% e coinvolgono il 44% circa dei rapporti totali.

Nel 2017 la retribuzione oraria mediana passa dai 10,03 euro dei giovani (classe di età 15-29 anni) ai 12,46 euro dei lavoratori più anziani (età maggiore o uguale a 50 anni). La retribuzione oraria mediana dei rapporti di lavoro di dipendenti nati in Italia (che sono l'83,3% del totale) è pari a 11,53 euro, superiore di 1,40 euro rispetto a quella dei lavoratori nati all'estero, con un differenziale del 13,8%.

Retribuzioni orarie più basse al Sud Nel Sud Italia le retribuzioni orarie risultano inferiori del 16,2%. Nel Nord-Ovest è invece attivo il 31,4% dei rapporti di lavoro totali, al Sud il 17,1% e nelle Isole il 6,7%. Il valore più basso della retribuzione oraria mediana (pari a 8,4 euro) si osserva per i rapporti nelle imprese con attività economica inclusa nella sezione "Altre attività di servizi", dove si concentra il 2% del totale dei rapporti. Il valore più alto, pari a 22,56 euro, si registra invece per i rapporti di lavoro della sezione "Attività finanziarie e assicurative" che rappresentano il 2,7% dei rapporti di lavoro complessivi.