Consulenti, il digital banking non è vostro nemico
by Hillary Di LerniaDigital banking nemico dei bancari? Semplicemente una fake news, almeno secondo quanto risulta dal report “Digitalizzazione, reti fisiche ed occupazione” presentato durante il consiglio generale della First Cisl, il secondo sindacato del settore del credito.
In controtendenza all’opinione maggiormente diffusa, il motivo per cui vi è una diminuzione di dipendenti bancari e di sportelli non risiede nella diffusione di nuove tecnologie quanto invece alla strategia di taglio dei costi delle banche. A confermare tale affermazione anche i dati relativi al livello ancora molto basso in Italia della diffusione dell’internet banking in confronto con gli altri Paesi europei tecnologicamente più avanzati dove l’uso del digitale non ha portato al taglio del numero di addetti. Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia ( Paesi al top della digitalizzazione) hanno avuto riduzioni di personale con percentuali inferiori alla nostra, nonostante in alcuni casi si siano stati ridotti cospicuamente gli sportelli. Effettivamente la digitalizzazione potrebbe causare una riduzione delle reti fisiche, ma questo non è diretta conseguenza della diminuzione di personale. In questi Paese infatti, il rapporto di dipendenti per sportello non si riduce, ma bensì aumenta.
Attraverso l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società DESI, strumento che permette di monitorare la competitività digitale degli Stati membri dal 2015, è emerso che i fruitori di digital banking italiani sono davvero pochi, giovani, con un livello di istruzione medio-alto e perlopiù concentrati nelle aree urbane.
E’ evidente che quindi la motivazione della diminuzione del personale bancario risiede in altro, e “quest’altro” secondo Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, risiede nella strategia del taglio dei costi. “A furia di tagliare, cala l’occupazione e diminuiscono gli sportelli, i territori si impoveriscono ma si impoveriscono anche le banche, che vedono scendere la redditività. Una spirale perversa che va fermata perché rischia di travolgere il settore”, ha commentato Colombani, che ha aggiunto che bisognerà “cambiare strada investendo sulla qualità dei servizi”.
La digitalizzazione – ha concluso Colombani – è un tema di fondamentale rilevanza nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale: le banche non pensino di usarlo come uno spauracchio per dare il via a una nuova ondata di tagli“.