La fantastica Signora Maisel: recensione della terza stagione | Cultura Pop

Dal 6 dicembre, a poco meno di tre anni dall’esordio, Amazon Prime Video confeziona appena  in tempo per questo Natale la terza stagione della Marvelous Mrs. Maisel, dotata qui da noi di un titolo assai meno catchy. La prima stagione fu un debutto sorprendente, sebbene gli elementi per prefigurarsi un’ottima serie c’erano già tutti. Eppure, il riscontro di dramma, ironia, ritmo e trama fu al di sopra delle aspettative. Ma perché ci dilunghiamo sulla prima stagione ancora oggi, quando possiamo, anzi dobbiamo recensire la terza stagione?

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Ricordati chi sei

Sin da subito, occorre dire che Mrs. Maisel, e la sua serie con lei, è ancora “fantastica”. L’arazzo variopinto di volti che abbiamo imparato a riconoscere nelle prime due iterazioni ritorna e si arricchisce, persino, di qualche volto nuovo. O, in misura minore, regala nuova luce a fisionomie che credevamo di conoscere fino in fondo.

La dinamica psicologica che lega i caratteri, le intenzioni dei personaggi diventa, nella penna sapiente di Amy Sherman-Palladino (la stessa dietro Una mamma per amica), una rete elettrica sempre in funzione a pieno regime. Il risultato: gli episodi scorrono vivacemente dal proprio inizio alla propria fine, senza mai tergiversare o inciampare o dubitare.

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In questo, aiuta molto anche la regia: morbida, delicata eppure ormai chiaramente identitaria, guarda con occhio voluttuoso al musical e alla commedia in costume (scenografie e look anni ’50 colorati e “da favola”) e nel frattempo lavora di fino con lunghi e ripetuti piani sequenza, stacchi analogici e inquadrature simmetriche, o cromatiche, o entrambe le cose. Tutto ciò conferisce alla serie uno status di molto superiore alla media televisiva e digitale.

Cosa separa questa terza stagione, quindi, ancor più che dalla maturità già lambita con la seconda, dalla perfezione seriale? Probabilmente Prime Video stessa si è resa conto prestissimo della gallina dalle uova d’oro che aveva trovato in Mrs. Maisel, una coincidenza perfetta di autori, attori (Rachel Brosnahan come sempre brillante) e temi come quello della stand-up comedy, in rapida e costante ascesa negli ultimi due anni. Quindi, da un esordio “col botto”, si è passati a una narrazione comunque martellante ma, a confronto, fortemente decompressa.

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D’altronde è sin dai tempi di Una mamma per amica che la Sherman-Palladino mantiene sempre intatto il suo massimo iato nei dialoghi: due personaggi non stanno mai in silenzio per più di 3 secondi. Lo fa senza forzarne la fluidità, anche se forse ne perde un pizzico in naturalezza, ma non è al realismo totale che punta la serie quindi poco male. Sono i macro-tempi narrativi, invece, a essersi dilatati di molto, diluendo di conseguenza anche il livello medio di conflitto per episodio e, ahinoi, forse per stagione.

Per questo accennavamo alla prima stagione, un exploit equilibrato e saporito di dramma e commedia, perché in confronto questa terza stagione parte ben più generosa sul versante delle difficoltà (quando ci sono, pesano meno di quanto potrebbero), forse anche un pizzico più parca su quello delle battute. Mrs. Maisel rimane una delle serie migliori a disposizione dello spettatore moderno e, beninteso, si conferma tale, ma ci piacerebbe che oltre all’estetica e alla regia, da prima della classe, tornasse pure a premere a fondo il pedale dell’acceleratore.

Amazon Prime Video dovrebbe essere provato da chiunque abbia già in uso il poliedrico servizio di Amazon Prime: lo avete praticamente a costo zero se siete già abbonati al Prime o in alternativa potete iscrivervi da questa pagina!