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Autonomia differenziata: la Cgil ribadisce la sua netta opposizione

Chiede una forte presa di posizione e il coinvolgimento dell'Anci Campania

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Alla luce del procedimento in corso per il riconoscimento ad alcune Regioni di ulteriori e particolari forme di autonomia, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, la Cgil Avellino - con Cisl e Uil Irpinia-Sannio - nei mesi scorsi ha intrapreso iniziative unitarie.

«In particolare – ricorda Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil irpina - avevamo chiesto ai sindaci di coinvolgere i consigli comunali esprimendosi contro quel modello di autonomia differenziata escludente. Adesso alla luce della nuova proposta di legge Quadro avanzata da Boccia intendiamo rilanciare l'iniziativa unitaria analizzando la richiesta ai comuni di esprimersi contro quest'ulteriore proposta sull'automotive differenziata, che acuisce le criticità e sofferenze per i comuni, per questo si chiede una forte presa di posizione e coinvolgimento dell'Anci Campania».

«Queste le azioni unitarie che nei prossimi giorni metteremo a sistema per continuare a sensibilizzare i cittadini Irpini e delle aree interne, alla luce anche della presa di posizione della Regione Campania che ancora una volta "sottovaluta" le criticità insite nella proposta».

«Come Cgil insieme a degli intellettuali, tra i quali il Piero Bevilacqua, abbiamo elaborato, condiviso e sottoscritto un documento “Autonomia e unità” (in allegato). Il testo sintetizza le principali comuni preoccupazioni in merito al percorso avviato nella scorsa legislatura e proseguito nell’attuale, e fa dell’impegno a realizzare il maggior numero di occasioni di informazione rivolte alla cittadinanza lo scopo da perseguire, promuovendo iniziative che organizzino la critica di fondo a questo progetto che rischia di ledere diritti fondamentali dei cittadini e fa correre rischi alla stessa unità nazionale».

«Per questo invitiamo tutte le diverse realtà presenti sul territorio, che abbiano analoga sensibilità, Costituzionale, sui temi proposti, per organizzare comuni iniziative di confronto e informazione».

«La situazione è particolarmente delicata: l’impressione è che si vogliano rincorre temi, così come nel 2001, facendoli passare senza adeguato approfondimento sociale e parlamentare, recando una grave e profonda frattura costituzionale e sociale, creando le condizioni di una “Patria leggera” e liquida che non riuscirà a rispondere alle grandi sfide globali dello sviluppo sostenibile, dell'equità sociale e di una vera giustizia sociale per i cittadini».