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Giallo a Sanremo, 33enne trovato morto in uno yacht

Il 33enne non dava più sue notizie da un paio di giorni. I carabinieri lo hanno trovato morto, riverso sul pavimento della cucina, si pensa a un infarto, m non si esclude l'overdose. Sarà, comunque, l'autopsia a stabilire le cause

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E' stato trovato cadavere sul pavimento della cucina di un piccolo yacht ormeggiato al Portosole di Sanremo, in circostanze tuttora da chiarire. Lui è un meccanico nautico, di 33 anni, originario di Torino, ma che da tempo viveva e lavorava nella Riviera dei Fiori, dove ormai si era costruito una nuova vita.

Sono stati i carabinieri, nella tarda serata di ieri, a trovare il corpo, dopo che il proprietario dell'imbarcazione, anch'egli abitante nel capoluogo piemontese, ha dato l'allarme, non ricevendo più notizie dell'inquilino al quale aveva imprestato la barca. I militari hanno allertato i vigili del fuoco del locale distaccamento.

La porta dell'imbarcazione, infatti, era chiusa dall'interno. Una volta aperto l'ingresso hanno cominciato a guardarsi intorno. Giunti in cucina la macabra scoperta. Le cause del decesso restano ancora avvolte nel mistero. Sembra che, alcuni giorni fa, il trentatreenne si fosse recato all'ospedale Borea, perché avvertiva un forte dolore al petto. Il personale sanitario lo aveva sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, per poi dimetterlo.

Per questo motivo, si ritiene che possa essere stato colto da un attacco di cuore e il fatto che si trovasse da solo nello yacht, potrebbe avergli impedito di allertare i soccorsi, trovando la morte nel giro di pochi minuti o istanti. Ma questo particolare non potremo mai stabilirlo con esattezza. Purtroppo, quella dell'infarto non è l'unica pista seguita dagli investigatori.

C'è pure l'overdose, anche se l'ultima parola spetta, come sempre, all'autopsia. Il corpo del giovane è stato sottoposto a una prima perizia medico legale, ma bisognerà attendere l'esito degli esami tossicologici e istologici per avere una visione più chiara dell'accaduto e capire se, ad esempio, avesse mai fatto uso di stupefacenti o di altre sostanze; così come se avesse bevuto alcolici, prima di sentirsi male.

Gli investigatori hanno effettuato un accurato sopralluogo in tutta la stanza, che almeno a prima vista sembrava in ordine. Nessun segno di colluttazione e sembra che non mostrasse neppure segni di violenza sul corpo, che possano far presumere una aggressione. Si cercherà anche di scavare nella vita privata e professionale del giovane, alla ricerca di elementi utili per le indagini.

Il molo di Portosole, solitamente freddo e deserto nelle serate invernali o tardo autunnali, si è in poc tempo popolato di pattuglie dei carabinieri; vigili del fuoco e automedica del 118. I carabinieri hanno provato a parlare con il personale di bordo delle vicine imbarcazioni, anche se molti dei marinai, a quell'ora, si trovavano in coperta.