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Auto aziendali, la tassa guarda alle emissioni

In base al livello di emissioni, ci sarà una riduzione o un aumento dell'imposta, frutto della rimodulazione annunciata dal Governo

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[Rassegna stampa] La tanto discussa tassa sulle auto aziendali è stata rimodulata, con una differenziazione rispetto ai livello di emissioni delle vetture.

Auto aziendali e plastic tax, meno 1,1 miliardi

Retromarcia del governo sulla ventilata maxi-tassa per le vetture aziendali. La rivolta degli operatori ha scongiurato il timore di una manovra che avrebbe messo a rischio un intero comparto, sempre più strategico e in costante crescita. Alla vigilia dell’ultimo passaggio parlamentare è stata confermata la «rimodulazione» del trattamento fiscale che riguarda i dipendenti con diritto al benefit dell’auto aziendale. L’annuncio è arrivato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Abbiamo azzerato la tassa». Che in realtà non scomparirebbe del tutto, ma avrà, come ha spiegato il premier «un impatto zero per i contribuenti». Verrà infatti differenziata in relazione al livello di emissioni dei veicoli.
Il progetto di legge studiato dal governo prevede una riduzione dell’attuale imposta al 25% sulle vetture con emissioni CO2 inferiori a 60 g/km e al 30% (come oggi) su quelle superiori a 60 g/km ma inferiori a 160 g/km. Soltanto per i veicoli con emissioni da 160 a 190 g/km la percentuale salirà al 40% nel 2020 e al 50% dal 2021. Per i pochi modelli «superinquinanti», oltre i 190 g/km, scatterà l’aliquota del 50% nel 2020 e del 60% dal 2021. La nuova tassazione inoltre si applicherà sui contratti stipulati da luglio 2020 e naturalmente soltanto sui veicoli di nuova immatricolazione. Confermata l’esenzione per tutti i contratti in essere e per gli stock in fase di smaltimento. La proposta iniziale, come è noto, prevedeva invece di caricare sull’imponibile dei dipendenti fino al 100% della relativa tassazione. Soluzione che avrebbe inferto un colpo durissimo al settore. Perché il mercato delle vetture business o noleggiate rappresenta una porzione sempre più elevata delle immatricolazioni complessive, nonostante l’incertezza abbia in parte congelato negli ultimi mesi le decisioni di acquisto da parte delle aziende. Non a caso erano insorte le associazioni di categoria, dall’Aniasa all’Unrae. […]
Piero Bianco, La Stampa