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Sardine, Santori: "Un partito? Mai. Da noi c'è il comunista e il centrista"

Il leader delle Sardine: “In televisione mi danno tutti del tu. A me non dà fastidio. A mia madre sì. Mica sei un dodicenne, dice”

Santori, il leader del movimento civico chiama al raduno nazionale, nella Capitale, tutte le sardine d'Italia

Così esordisce Mattia Santori, uno dei fondatori del movimento delle sardine, in un intervista a La Repubblica. Un sondaggio commissionato da Repubblica dice che un italiano su 4 mostra attenzione per i “pesci” bolognesi. Un potenziale del 25 per cento. Che farci? “Niente”, risponde Santori. “Questi sondaggi fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo. Ma a Piazza San Giovanni – afferma Santori - deve accadere qualcosa di grande, altrimenti chi ha manifestato nelle altre città si sentirà solo".

"Per chi sta impigrito sul divano è arrivato il momento di alzarsi, di smetterla di pensare che il problema riguarda altri, che sia ancora il momento di delegare - continua - i numeri che avete pubblicato ci dicono che Salvini cala ma Fratelli d’Italia cresce. Non mi pare sia un partito simile alla Dc, né che la Meloni assomigli a De Gasperi. Il problema rimane. Però un aspetto positivo nel sondaggio c’è – afferma il leader delle sardine - significa che non veniamo visti solo come un movimento anti-Salvini. Siamo invece un movimento a difesa di qualcosa che dovrebbe preoccupare tutti: un linguaggio più rispettoso che non ha bisogno di trucchetti, la ricostruzione di un tessuto democratico. In un’Italia che si sta sgretolando dovremmo essere tutti più coesi. Mi rendo conto che a Bologna è più facile far passare questo messaggio. Ma cresciamo anche altrove”.

Se vi muovete solo nel terreno del centrosinistra potete rimescolare i voti ma il bacino rimane uguale. “Questo è il grande tema. Il centrodestra fa finta di essersi ritrovato. Le piazze che noi riempiamo però sono uno spaccato variegato della società. Molto più potente e molto più attivo della mobilitazione di un partito. Dimostrano a chi pensava di non avere rivali che un rivale esiste. Negli eventi delle Sardine si ritrovano omosessuali e cattolici, comunisti e centristi, 5 stelle e moderati di Forza Italia, renziani e militanti del Pd, ma c’è soprattutto tanta gente che era assente dalla scena politica. È la chiave di questo successo. Un senso di unità. Non di fronte a un nemico comune come è il governo giallo-rosso, ma in difesa di un confronto equilibrato, di regole di convivenza civile. Poi verranno le tattiche, i leader, la politica. Intanto riceviamo l’apprezzamento dell’Anpi e delle associazioni cattoliche, degli animalisti e dei sindacati. Gente a cui sta a cuore il nostro destino democratico”.

Santori, il leader del movimento civico esclude che le sardine diventino un partito

Si comincia così e si diventa un partito. “Abbiamo sempre detto che non vogliamo creare una forza politica. Per questo temiamo i sondaggi che ci lanciano nella stratosfera. Vogliamo invece riconoscere la competenza della politica. Io farei follie per diventare assessore allo Sport nella mia regione, ma non sarei in grado”. Con Bonaccini vi siete contaminati? “In Emilia abbiamo una fortuna che non tutte le Sardine d’Italia hanno: siamo rappresentati da un centrosinistra senza estremismi. Qui ha prevalso la razionalità di fronte al baratro di una destra così divisiva”. La tv, le interviste. Lei è dappertutto. L’esposizione mediatica non è un virus da evitare? “Sa quanta gente del mondo della cultura e dello spettacolo abbiamo contattato prima di metterci in gioco? Ci hanno detto un sacco di no”.

I nomi? “Niente nomi. Non avevano il coraggio di esporsi. Posso fare molti errori ma vedere un 30enne che con altri tre ragazzi non si fa intimorire ha aiutato le Sardine a crescere, a rompere il muro di omertà”. Quali partiti vogliono mettere il cappello sul vostro movimento? “Mi ha stupito che il Pd e i 5 stelle, il cui elettorato rappresenta gran parte delle nostre piazze, abbiano rispettato la nostra autonomia. I partiti più piccoli invece hanno provato a strumentalizzarci. Potere al popolo, in maniera sporca, si è infilato nella piazza di Firenze. Così Rifondazione che è venuta a fare volantinaggio dove non doveva”. La Lega sotto al 30 per cento è merito vostro? “Diciamo che noi proviamo a riempire il cervello delle persone prima che qualcuno riesca a riempire la loro pancia. Sembra che ci stiamo riuscendo”.