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Capitali esteri da record in Pakistan, allo studio un’emissione di Panda bond

Obbligazioni in valuta cinese in emissione nel 2020. Il Pakistan ci sta lavorando sull'ottimismo per la discesa dei suoi rendimenti sovrani, grazie agli afflussi record di capitali stranieri.

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Nel mese di novembre risultano avere fatto ingresso in Pakistan capitali stranieri per un valore di 642,5 milioni, praticamente il doppio di quelli fluiti tra luglio e settembre e, soprattutto, pari a quelli dell’intero quadriennio passato. Islamabad sta vivendo una inedita stagione sui mercati con la formazione del nuovo governo e anche grazie all’assistenza finanziaria del Fondo Monetario Internazionale, che ha stanziato aiuti per 6 miliardi di dollari, destinati a sostenere il processo delle riforme economiche.

La Banca di Stato ha alzato i tassi di oltre il doppio quest’anno, portandoli al 13,25%, così da tenere a freno l’inflazione, scesa in ottobre all’11%. Pur restando altissima, va sottolineato come i tassi reali pakistani al momento si aggirino sopra il 2%, un fatto ormai inconsueto nel mondo avanzato.

Anche in Pakistan è rally dei bond con le riforme economiche

Questo sta attirando i capitali stranieri, oltre all’ottimismo per i frutti attesi dalle riforme. Il cambio tra rupia locale e dollaro si è indebolito del 10%, ma più per la volontà della banca centrale di lasciarlo fluttuare liberamente sul mercato. Se avesse già toccato il fondo, dovremmo attenderci una certa stabilizzazione nei prossimi anni, specie man mano che l’inflazione tenderà a rientrare su livelli normali. Le obbligazioni di stato a 10 anni offrono oggi un rendimento dell’11,64%, che si confronta con il 7,70% offerto dal bond sovrano in dollari (ISIN: USY8793YAL66), segno che il mercato si attenderebbe un deprezzamento medio di poco inferiore al 4% nel prossimo decennio.

Lancio prossimo di Panda bond

E così, Islamabad è già all’opera per il lancio del suo primo Panda bond, obbligazioni in valuta cinese. Il controvalore è atteso nell’ordine di 1 miliardo di dollari e sarà suddiviso in più tranche. Probabile che il Pakistan punti nella prima fase, soprattutto, agli investitori istituzionali e che successivamente attiri anche quelli individuali. Poiché deve ancora ricevere i rating relativi alle emissioni internazionali, il lancio avverrebbe nei primi mesi del 2020 e allo scopo il governo è assistito da HBL, che insieme ad altre tre banche (Citibank, CITIC e CDB) cureranno il collocamento sul mercato.

Il Pakistan rientra nella cosiddetta “Via della Seta”, un piano commerciale in corso di attuazione da parte di Pechino, che coinvolge una cinquantina di stati tra Asia ed Europa e che punta a creare un’unica infrastruttura internazionale per il trasporto delle merci (cinesi). Per capire il vantaggio che lo stato pakistano otterrebbe dall’emissione di un Panda bond, bisogna guardare alla sua curva di rendimento e confrontarla con quella della Cina. Il decennale di quest’ultima offre circa 830 punti base in meno e il biennale sui 950 in meno. Di fatto, al Pakistan basterà offrire una sorta di via di mezzo tra i suoi rendimenti e quelli cinesi nettamente più bassi per attirare capitali esteri, compresi degli investitori di Pechino, su cui il rischio di cambio verrebbe del tutto azzerato, sussistendo solo quello di credito.

Da qui ai prossimi mesi, poi, l’emissione diverrebbe ancora più vantaggiosa con l’eventuale rallentamento dell’inflazione, che accelererebbe gli afflussi dei capitali per la prospettiva di un taglio dei tassi non lontano nel tempo, facendo scendere i rendimenti in rupie e richiedendoli inferiori anche per i Panda bond. Il resto lo farebbero i miglioramenti sul piano fiscale e l’outlook economico.

Panda bond anche in Italia?

giuseppe.timpone@investireoggi.it