XF, Eugenio Campagna stecca e poi: “Sono stanco”. Si scatena il finimondo
Sesto live di X Factor: tra esibizioni mediocri e stecche clamorose, escono Giordana e Nicola. Ma a fare la figura peggiore è Eugenio
“Sono stanco”. Con questa giustificazione, tra le peggiori per chi vuole fare il cantante e ha (o quanto meno dovrebbe avere) sete di arrivare, Eugenio Campagna al sesto live di X Factor si è giocato tutto ed è precipitato dalla prima posizione all’ultima nella classifica dei favoriti dal pubblico. Ad essere eliminati dal talent sono stati Giordana Petralia e Nicola Cavallaro, ma lui ne è uscito con le ossa rotte
Che Eugenio Campagna, in arte Comete, sia un cantautore talentuoso ma anche parecchio supponente e talvolta arrogante lo si era capito fin dalle audizioni, confermato poi dall’atteggiamento tenuto nel loft verso i colleghi (commenti poco carini, giudizi decisamente tranchant) tanto da suscitare l’ira di Sfera: “Fai meno il bullo”.
A salvarlo, fino ad ora, erano stati i suoi due inediti decisamente belli, un aria da cantautore un po’ indie , un po’ Tommaso Paradiso, quello che piace molto di questi tempi, e una capacità di scrittura che arriva diretta al cuore.
Peccato che Eugenio dovrebbe solo scrivere e cantare, non parlare. Perché quando lo fa non ne esce sempre benissimo. Al sesto live Mara gli assegna un pezzo di Calcutta “Cosa mi manchi a fare” e il 27enne romano fa la sua peggiore performance: tra stonature ripetute e poco convincimento, ne esce una esibizione tra le peggiori di questa edizione.
“Le hai sentite anche tu, vero, le stecche clamorose?” Gli chiede al termine del brano Malika. Che prosegue: “La spiegazione che mi sono data è che ti abbia inibito l’orchestra e che tu sei ufficialmente uno che canta meglio se stesso degli altri, perché hai un tuo contorno e sei stato bravo a costruirtelo”.
Eugenio, anziché incassare la critica, commenta: “Meglio cantare bene se stessi, a questo punto”. Tanto basta alla cantante per troncarlo stizzita: “Facciamo che io mi fermo dall’essere spietata e tu non cerchi giustificazioni”.
Samuel rincara la dose di critica: “Eugenio tu sei uno dei destinati alla vittoria, però se fai ‘ste cose diventa difficile riuscirci. Quando fai te stesso, sei superiore, e puoi andare distante, quando fai gli altri un po’ meno”. E anche con lui Eugenio risponde a tono: “Non è facile salire sul palco con contenuti falsi sugli schermi”. “Non cercare scuse”, replica Samuel.
Anche Sfera giudica la scelta di Calcutta da suicidio, ma è Mara Maionchi, il suo giudice, a dire le cose come stanno realmente, mettendo un punto alla polemica.
“Sono sincera Eugenio: l’hai cantata male. Non so perché, ti ho sentito alle prove, tutto andava bene, era una bella canzone, che fosse di Calcutta o meno. La verità è che tu oggi purtroppo, non so se perché eri emozionato o teso, non sei stato al meglio”.
Ed è a questo punto che Eugenio dà il colpo finale, compiendo un vero “harakiri” in diretta, uscendosene con l’unica cosa che un cantante alle prime armi, con una tale occasione d’oro tra le mani, non dovrebbe mai dire e nemmeno pensare: “Sono stanco”.
Sono bastati i fischi in sala, le espressioni sgomente dei giudici e i commenti su twitter per comprendere l’infelicità dell’uscita. Eugenio è precipitato di colpo dalle stelle alle stalle del gradimento popolare, Mara ha capito definitivamente che quest’anno non sarà lei a vincere (salvo miracoli dell’ultim’ora) e il pubblico si è reso conto che per essere veri artisti, con la a maiuscola, non basta possedere un po’ di talento.