Il governo abbasserà le tasse sugli assorbenti (ma solo su quelli biodegradabili)
L'IVA sugli assorbenti compostabili sarà abbassata al 5 per cento, per tutti gli altri resterà al 22
Il governo ha annunciato che l’IVA sugli assorbenti biodegradabili sarà ridotta dall’attuale 22 al 5 per cento durante la conversione in legge del decreto fiscale. L’accordo è stato annunciato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dopo un incontro con una delegazione dell’Intergruppo Donne, formato da deputate appartenenti alla maggioranza parlamentare che sostiene il governo. «È un primo segnale di attenzione per milioni di ragazze e donne», ha detto l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, una delle partecipanti del gruppo.
Ma per molti altri la misura è insufficiente: riguarderà infatti solo un prodotto di nicchia e più costoso degli altri: gli assorbenti compostabili e biodegradabili (una differenza che riguarda il tempo che impiegano a degradarsi: al 90 per cento in un massimo di sei mesi per i biodegradabili, completamente decomposti in meno di tre mesi per i compostabili), ma non riguarderà la maggioranza degli assorbenti venduti ogni giorno. Inoltre, al momento non risultano assorbenti in commercio con certificazioni che ne permettano il compostaggio negli impianti italiani.
Da molto tempo viene chiesta una riduzione delle imposte sugli assorbenti, chiamata spesso “tampon tax”, ma fino a oggi le risposte della politica – una politica dominata dagli uomini come quella italiana – sono state sempre negative. Gli assorbenti sono un prodotto necessario per milioni di donne, ma nonostante la loro importanza sono comunque collocati nella fascia più alta delle aliquote IVA, quella al 22 per cento, dove si trovano anche molti prodotti considerati di lusso. Il sito Wired riporta che tra i grandi paesi europei l’Italia è il più arretrato su questo fronte. La tassa su tutti i tipi di assorbenti è al 5 per cento nel Regno Unito e al 5,5 per cento in Francia, mentre la Germania ha appena deciso che dal 2020 l’IVA sugli assorbenti calerà dal 19 al 7 per cento.
La richiesta di ridurre la tampon tax è stata portata avanti in Italia da numerosi politici e movimenti, da Laura Boldrini fino al partito Possibile, fondato da Giuseppe Civati. Una delle ultime richieste è arrivata lo scorso febbraio, quando il collettivo femminista Non una di meno ha organizzato a Roma una manifestazione in cui con lo slogan “Gli assorbenti non sono un lusso, ma una necessità” si chiedeva una riduzione dell’IVA sugli assorbenti al 4 per cento.
Nelle ultime settimane Boldrini aveva presentato un emendamento al decreto fiscale (un decreto approvato ogni anno dal governo prima della legge di bilancio) che prevedeva una parziale soddisfazione di questa richiesta: la riduzione dell’IVA sugli assorbenti dal 22 al 10 per cento. L’emendamento però è stato bocciato dalla commissione Finanze della Camera (presieduta dal leghista Claudio Borghi) perché considerato inammissibile. Anche se successivamente l’emendamento è stato riammesso, non è su questa misura che è stato raggiunto l’accordo con il governo.
L’emendamento che sarà approvato è invece quello presentato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Vita Matrinciglio, che prevede di ridurre l’aliquota IVA al 5 per cento ma solo per gli assorbenti compostabili. Sono una sottocategoria di assorbenti biodegradibili, più costosi e molto più difficili da reperire (qui trovate diverse informazioni in merito). I prodotti più utilizzati dalle donne, invece, rimaranno con un’IVA al 22 per cento. «La tassa sulle mestruazioni è un introito sicuro a cui nessun governo vuole rinunciare, la spesa per gli assorbenti rimane delle donne invece», ha commentato Non una di meno su Twitter, in polemica con l’accordo raggiunto in Parlamento.