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Fausto Troiani

Offese a Papa Francesco, Troiani chiede la messa alla prova

CIVITANOVA - Il vice sindaco è imputato per una frase con cui si rivolgeva al Pontefice. Il processo è stato rinviato in attesa del programma di lavori socialmente utili che svolgerà, dopo l'approvazione del giudice, alla Croce verde

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Il vice sindaco di Civitanova Fausto Troiani chiede di fare la messa alla prova in Croce Verde per le offese a papa Francesco. Oggi si è svolta l’udienza al tribunale di Macerata in cui Troiani è imputato per quanto aveva scritto su Facebook nel novembre del 2011 e deve rispondere di offese all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica (legge in cui rientrano anche le offese al Santo padre in base ai Patti lateranensi del 1929). Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesca D’Arienzo, Troiani sul suo profilo Facebook aveva pubblicato dei commenti offensi che riguardavano varie personalità politiche europee, tra cui il presidente francese Macron e la cancelliera Angela Merkel. «Perché l’Italia dovrebbe essere succube della volontà di certi personaggi», e aggiungendo in un altro messaggio «per non parlare di Francesco e del suo staff di pedofili» che secondo l’accusa è una chiara allusione a papa Bergoglio. Oggi il legale di Troiani, l’avvocato Gian Luigi Boschi, ha chiesto per il suo assistito di fare la messa alla prova (si tratta di uno strumento che consente, una volta svolti lavori di pubblica utilità secondo un programma approvato dal giudice, di estinguere il reato). Il giudice Francesca Preziosi ha ammesso la richiesta e rinviato al 18 settembre del prossimo anno per l’approvazione del programma. In precedenza Troiani aveva chiesto (il 27 maggio scorso) la messa alla prova anche per il processo in cui è imputato per diffamazione con l’aggravante razziale all’ex ministro Cecile Kyenge perché su Facebook aveva scritto «Rimane negra». La richiesta di riunire i procedimenti del Papa e della Kyenge è stata rigettata, e Troiani con l’ammissione della richiesta di messa alla prova di oggi non potrà più utilizzare questo strumento per il processo in cui è parte offesa la ex ministro.

(Gian. Gin.)