Malta, omicidio Caruana Galizia. Il premier Muscat resta, attenderà chiusura del caso
Il primo ministro ha inoltre dichiarato di essere stato ricattato da Yorgen Fenech, arrestato nei giorni scorsi nell'ambito delle indagini sulla morte della reporter
by QuotidianoNetLa Valletta, 29 novembre 2019 - Joseph Muscat "resterà concentrato sulla priorità del paese che sia chiuso uno dei più grandi casi criminali della sua storia e, come già promesso, sarà quello il momento in cui risponderà e parlerà del percorso futuro". È quanto scritto in una nota del governo maltese pubblicata in serata. Nella nota sono state ufficialmente smentite spaccature nel gabinetto dei ministri di cui hanno largamente parlato in giornata i media maltesi. Proprio il Times of Malta aveva ipotizzato come scenario concreto l'imminente dimissione del primo ministro, citando come causa della decisione la crisi politica legata all'assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia,.
Muscat ha inoltre lasciato intendere di esser stato ricattato perchè lavorasse a favore della grazia presidenziale a favore dell'imprenditore e miliardario maltese, Yorgen Fenech, arrestato nei giorni scorsi nell'ambito delle indagini sull'omicidio della reporter. Il politico ha denunciato alla polizia di aver ricevuto un messaggio in cui si diceva che, se non si fosse espresso a favore della grazia presidenziale per Fenech, l'imprenditore avrebbe testimoniato "di aver avuto due telefonate con lui mesi addietro", telefonate che Muscat ha assicuro non essere mai esistite. "E questo - si legge nella nota diffusa dal governo maltese - può essere facilmente verificato".
I familiari di Daphne Caruana Galizia chiedono dimissioni di Muscat
La famiglia della reporter uccisa nel 2017 ha più volte chiesto un passo indietro del primo ministro. In un comunicato stampa, la famiglia di Daphne critica duramente la decisione di scarcerare l'ex braccio destro di Muscat, Keith Schembri, arrestato nei giorni scorsi col sospetto di essere coinvolto nell'omicidio. "Siamo sgomenti dal rilascio di Schembri sotto gli occhi del primo ministro, che continua a recitare il ruolo di giudice, giuria e boia in un'inchiesta che vede coinvolti tre dei suoi piu' stretti colleghi", si legge nella dichiarazione riportata dai media di Malta. "Questa parodia di giustizia è vergognosa per il nostro paese, disgrega la società e ci sta degradando", continua il comunicato, in cui la famiglia invita Muscat a "farsi da parte" e lasciare il posto a un vice che non sia in conflitto con le indagini. "Se al premier interessa la giustizia e se ha Malta nel cuore", conclude la famiglia di Daphne, "deve farlo immediatamente. Il nostro paese è più importante della sua carriera".
Giornalisti italiani bloccati a Malta
Ieri notte il vicedirettore dell'Agi, Paolo Borrometi, e Sandro Ruotolo, a Malta in rappresentanza della Fnsi, sono stati bloccati insieme con decine di altri colleghi dopo la conferenza stampa del premier Muscat. "Siamo veramente preoccupati per quanto sta accadendo a Malta - raccontano i due giornalisti - la scorsa notte, insieme a tutti gli altri colleghi (almeno una quarantina), siamo stati letteralmente sequestrati dopo la conferenza stampa del Premier Joseph Muscat. Un fatto di una gravità assoluta, come testimoniano le immagini. Sono stati dieci minuti incredibili, sequestrati e bloccati senza una motivazione, fra le urla delle colleghe maltesi che avevano riconosciuto chi ci bloccava". Borrometi e Ruotolo proseguono: "Inizialmente pensavamo a poliziotti in borghese o uomini del secret service. Apprendiamo, invece, che erano picchiatori e criminali, pluripregiudicati, a quanto pare sostenitori del primo ministro maltese. A Malta, evidentemente, non esistono regole valide per tutti, tranne quelle volute a uso e consumo dallo stretto gruppo di Muscat. Nell'Isola - sottolineano - rappresentiamo la Federazione nazionale della Stampa italiana, quindi istituzionalmente chiediamo al Premier Muscat di chiarire pubblicamente perchè siamo stati sequestrati e di chiedere scusa".
Appello a papa Francesco: "Non incontri Muscat"
Anche un gruppo di accademici denuncia pratiche che definisce antidemocratiche a Malta. Per questo motivo i professori hanno rivolto un appello a papa Francesco perchè non riceva in Vaticano la prossima settimana, il 7 dicembre, il premier maltese, Joseph Muscat. Sui social media, circolano anche altri post del tenore: "Il mio Paese non è più una democrazia."
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