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Mini, i futuri modelli elettrici saranno prodotti in Cina

Bmw ha deciso di appoggiarsi al costruttore cinese Great Wall per la produzione, in una città dal nome quasi impronunciabile, dei futuri modelli elettrici di Mini

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La città cinese di Zhangjiagang non dirà nulla di che alla maggioranza delle persone, ma per tutti gli appassionati del marchio Mini diventerà un luogo fondamentale. Sarà proprio là, in una fabbrica da costruire in un’area popolata da 1,2 milioni di abitanti, che Bmw e Great Wall produrranno insieme i futuri modelli elettrici dell’iconico brand che ha fatto la storia dell’industria automobilistica britannica.

Resterà molto poco del Regno Unito, tuttavia, in questa specifica alleanza strategica. Il pragmatismo tedesco è il protagonista assoluto della joint venture con i cinesi, chiamata Spotlight Automotive Limited, che darà ai due costruttori automobilistici un impianto in grado di produrre 160mila veicoli all’anno a partire dall’anno 2022, cioè quando è stata definita la conclusione dei lavori di costruzione dell’immobile.

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Con la joint venture troveranno lavoro circa 3000 operai e impiegati, con i due partner commerciali che investiranno (insieme) circa 650 milioni di euro. L’accordo tra BMW e Great Wall fu siglato nell’estate 2018 a Berlino, in presenza del premier cinese Li Keqiang e della cancelliera Angela Merkel: dunque un patto decisamente sotto la benedizione della politica. Dal punto di vista industriale, la nuova Mini full electric sarà prima costruita a Oxford (con ingresso in listino nel primo trimestre del 2020), e in seguito molti degli altri modelli elettrici di Mini e di Great Wall verranno assemblati proprio a Zhangjiagang. BMW ha ribadito che non abbandonerà Oxford: i tedeschi ritengono l’impianto britannico il cuore del marchio, mentre il ‘gemello’ cinese lo affiancherà in termini di flessibilità e volume di produzione.

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Non è la prima fabbrica per BMW in quel della Cina: l’impianto di Shenyang ospiterà infatti la linea produttiva della iX3 (dal 2020). Il mercato orientale è sempre più nei piani dei costruttori europei, ma più che una notizia è una risolutiva conferma.