Instagram ha la sua “bibbia”: l’ha scritta mirko scarcella, 32 anni, il re italiano del social
INSTAGRAM HA LA SUA “BIBBIA”: L’HA SCRITTA MIRKO SCARCELLA, 32 ANNI, IL RE ITALIANO DEL SOCIAL CHE NEI PROSSIMI ANNI SI MANGERÀ LETTERALMENTE IL WEB. ''SE HAI UN IDEA, LA PUOI SVILUPPARE E LANCIARE E GRAZIE AD INSTAGRAM''- ''TUTTI I POLITICI ITALIANI HANNO ACCOUNT FAKE PER SPIARE I RIVALI E I COMPAGNI DI PARTITO'' - COME USARE E RAGGIUNGERE L’INSTA-SUCCESSO...
DAGOREPORT
Mirko Scarcella, trentadue anni, è il re italiano di Instagram. Con la sua azienda si occupa di social media marketing, cioè come far crescere la notorietà di marchi e personaggi. Ha clienti in tutto il mondo. Adesso sta per lanciare il suo nuovo libro, “La Bibbia-successo, fama e soldi”, che si è scritto, stampato e venduto da solo, tagliando fuori le case editrici, perché, da brava internauta, non ama molto le intermediazioni.
“Beh, se avessi amato le intermediazioni sarei ancora a piegare le camicie da Zara”, risponde da Miami Scarcella, che solo pochi anni fa faceva il commesso della catena di abbigliamento spagnola. Invece nella copertina del suo libro niente camicia. E’ in mutande. E’ la foto che gli ha scattato uno dei più celebri fotografi del mondo, David Lachapelle. Scarcella in boxer, un po’ nerd, ricoperto di “emoji”.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ne avevo già fatto un altro, ‘’Instasecrets’’, un anno e mezzo fa, che ha avuto molto successo. ‘’La Bibbia’’ è l’unica guida/manuale per Instagram completa con i segreti del mestiere e
nasce dalla constatazione che nei prossimi anni Instagram si mangerà letteralmente il web. Ormai se cerchi una casa, se cerchi una tipa che ti piace, se vuoi vedere una macchina da comprare, o una nuova persona da assumere non vai più su Google. Vai su Instagram. Però pochi stanno capendo il cambiamento rapidissimo e colossale che sta avvenendo, e “La ‘Bibbia’’ è il frutto di tutto questo, il libro è tutto il mio sapere. Su come raggiungere il successo e usare Instagram ce ne sono tanti, ma a fine lettura sei punto a capo, la ‘’Bibbia’’ se usata bene ti renderà libero, indipendente e soddisfatto economicamente.
Un titolo un po’ esagerato, non trovi, “La Bibbia”, ovvero il libro dei libri?
In realtà mi è venuto istintivo perché io sono così. Cercavo un nome per qualcosa che non è un tutorial, non è solo un manuale. È qualcosa di più forte di un libro, ti insegna delle cose ma anche un modo di essere, un modo di vita.
‘’La Bibbia’’ insegna a capire che diventare una celebrity su Instagram è una cosa che richiede tempo, energia, sacrifici. Molti pensano che sia facile, e infatti si perdono per strada. Invece io nel libro spiego, raccontando la mia esperienza, come bisogna muoversi, gli errori da non fare, e anche il ‘’mindset’’ che bisogna avere.
Bisogna rimanere umili, stare attenti. Pensa che fino all’anno scorso un modo per rubare gli account alle persone erano delle mail, chiaramente false, di provenienza da Instagram, che ti dicevano di voler verificare il tuo profilo, per darti la famosa spunta blu che certifica che sei uno arrivato. CI sono cascati in tantissimi. Perché basta poco a crederti una star e cadere in trappola.
Mirko, per caso, ti consideri un para-Guru?
Faccio semplicemente l’imprenditore e aiuto le persone e le aziende ad avere successo su Instagram. Per un azienda avere successo su Instagram vuol dire vendere più prodotti sui loro e-commerce che nei negozi fisici, aumentare il fatturato. Ci contattano sia startup che grandi marchi per questo. Ormai se hai un idea, la puoi sviluppare e lanciare e grazie ad Instagram e diventare potenzialmente milionario, questo è quello che facciamo.
Molte persone invece vogliono la popolarità, vale per tutti. Un ristorante se ha un ristoratore noto, funziona di più, un negoziante se è lui stesso “famoso” ha un bacino di utenza più grande, vale anche per un dottore. Il front man è la figura che ormai vende di più, crearla è dispendioso a livello economico ma ne vale la pena, è un ottimo investimento su se stessi.
Vi ricordate quello che diceva Andy Warhol? Che ognuno avrà un quarto d’ora di celebrità? Io insegno a moltiplicare questi quindici minuti in anni, o per sempre. Comunque si può fare business su Instagram anche senza mostrarsi, creando una pagina di viaggi, cultura, orologi, cucina e fare diventare questo la tua fonte di reddito principale. In Instagram i desideri spesso si avverano.
Nel libro scrivi che ci sono molti politici che hanno profili fake.
Certo. Direi tutti. Ma non solo i politici. Otto persone su dieci hanno falsi account per spiare le vite degli altri senza farsi vedere. Non solo haters, ma persone comuni: il tuo vicino di casa, la tua ex, il tuo collega. Non pensate che avendo bloccato quella persona o quelle persone che proprio non sopportate, queste non saranno più in grado di vedervi. E non solo le persone comuni; molti, anzi tutti i politici italiani hanno account fake per spiare i concorrenti e i compagni di partito.
Nel tuo libro spieghi che c’è un metodo per non essere spiati…
Sì, basta mettere il profilo privato e andare nelle impostazioni di Instagram e permettere di vedere le stories solo alle persone che ti seguono.
Oppure lasciare il profilo pubblico e permettere di vederle solo a quelle che segui.
Ma il raggio di azione e la copertura dei post si abbassano.
Secondo te chi in Italia ha la miglior comunicazione Instagram? Chi butti dalla torre tra Beppe Sala e la Raggi?
Non entro nell’ottica politica, ma entrambi fanno un’attività nulla su Instagram, è praticamente irrilevante, non spostano consensi grazie ai loro post, meglio che non ce l’avessero perché è più probabile che inciampino nel loro utilizzo che azzecchino il post giusto. Si vede che usano Instagram solo perché qualcuno, il loro staff, gli ha detto che devono usarlo. In generale i politici fanno così.
E tra Salvini e Calenda?
Calenda ha dimostrato di non avere la minima idea di cosa rappresenti la comunicazione social. Qualche tempo fa ha postato su twitter una foto di lui sull’aereo di Stato, sbracato, con Renzi, ai tempi di quando erano al governo. Come caption aveva scritto: “salvando il Paese”. Ora, magari stavano davvero salvando il paese, ma non ci vuole un genio della comunicazione per capire che vedere dei politici sprofondati nei sedili in pelle di un aereo pagato dai contribuenti non ispirerà molta simpatia.
Intanto da Instagram sono spariti i like.
Già, da qualche mese sotto ogni foto o video non è più visibile il numero dei “mi piace” che quel contenuto ha ottenuto: solo l’utente che lo ha pubblicato può avere accesso a tale informazione. Non c’è più quindi nessuna differenza tra un post della Ferragni – la più seguita in Italia, con 16,4 milioni di followers – e quello di uno sconosciuto che prende dieci like. L’obiettivo ufficiale è di aiutare le persone a non essere timide.
Ma è davvero così?
No. Intanto il conteggio dei like è scomparso solo in alcuni paesi. E’ un esperimento che Instagram sta facendo su alcuni mercati secondari, come l’Italia e l’Irlanda, ma negli Stati Uniti, che è il loro primo mercato, non si sognano neanche lontanamente di farlo. L’Italia è un laboratorio e noi siamo un po’ come dei topini. E poi togliendo i like togli l’adrenalina; la competizione è quello che spinge tutto, se non hai un confronto, se non hai l’ambizione di piacere agli altri, allora lascia perdere. Non è che Instagram si deve trasformare nel proprio rullino del telefono.
E quindi che succederà?
Il confronto continuerà a esserci con altre metriche: per esempio il numero di view di un video, e i commenti. Ultimamente Instagram ha anche eliminato la funzione che ti fa vedere chi segue cosa: possibilità che era spesso utilizzata per farsi i fatti degli altri, per fare gossip. I giornali la usavano per vedere, non so, se ?Rihanna si metteva a seguire ?Jay Z. Adesso hanno tolto anche questo, e forse anche per spingere le interazioni suggerite dagli algoritmi. Andare a vedere chi seguivi e a cosa mettevi like poteva essere un modo per scoprire nuove cose.
Insomma Instagram sta diventando “buona”.
Semplicemente Instagram è un’azienda, e come tutte le aziende studia i comportamenti dei suoi clienti con dei test. Cambia in continuazione, ma vedrete che i like torneranno, ve lo dico io. Instagram sotto sotto si basa sull’adrenalina di vedere un contenuto che funziona più di un altro, se togli questo togli molto del suo fascino.
Ultima domanda: soprattutto i giovani non rischiano di passare troppo tempo su Instagram?
Certo. Lo scrivo nel libro. Starci troppo tempo vi fa confondere quello che Instagram è, una vetrina, con una cosa reale. E spiego soprattutto che Instagram è uno strumento. Spiego tutti i trucchi per fare business sfruttandola. Tenendo sempre a mente che siete voi che dovete usare il social, non il social a usare voi.