Francesco Aiello, candidato M5s in Calabria “ha villa abusiva”/ E lui “Sciacallaggio”

Francesco Aiello,“ha villa abusiva” il candidato M5s alle Regionali in Calabria. E lui parla di “sciacallaggio” nei suoi confronti

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Francesco Aiello, il candidato M5s alla presidenza della Regione Calabria, potrebbe rappresentare già una “grana” per i grillini. Una sua casa è stata dichiarata parzialmente abusiva e quindi da abbattere in parte. La villetta svetta a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, nonostante Tar e Consiglio di Stato abbiano condannato il professore e il fratello a demolirne un piano. La notizia è stata riportata da Repubblica, che parla di una storia dalle radici antiche. Bisogna infatti andare indietro fino alla fine degli anni ’80, al momento in cui i genitori di Francesco Aiello decisero di costruirla. I due sono andati oltre la cubatura prevista e infatti l’anno dopo il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune, scortato dalle forze dell’ordine, certificò che le volumetrie erano più che doppie. Inoltre, la destinazione d’uso era completamente diversa da quella prevista nel piano di lottizzazione. In ogni caso i genitori del candidato M5s alla Regione Calabria ignorarono quanto rilevato.

FRANCESCO AIELLO, CANDIDATO M5S IN CALABRIA “HA VILLA ABUSIVA”

E così fecero pure con l’ordinanza di demolizione e il verbale di inottemperanza che è stato notificato un anno e mezzo dopo. Come riportato da Repubblica, ci sono un piano interrato e il secondo in più, mentre il corpo principale è grande quasi il doppio del previsto. Ma è ancora là, dopo un decennio. La famiglia fece ricorso al Tar, ma l’istanza fu respinta, mentre la richiesta di sanatoria fu accettata solo con lo sconto. Se il corpo principale fu “graziato”, seminterrato e primo piano dovevano essere invece demoliti. Ma anche questa ordinanza fu ignorata. Il Comune riuscì a farsi pagare gli oneri concessori per il corpo principale e il primo piano, sanati col condono, ma il resto della villa abusiva è rimasta dov’è. Il Comune ci ha riprovato notificando agli eredi – Francesco Aiello e suo fratello – l’ennesima ordinanza di demolizione, poi la questione è stata dimenticata. «È l’uomo giusto», aveva detto il coordinatore M5s per le regionali Paolo Parentela. Ma il caso resta in piedi. E la casa (abusiva) pure. Lui si difende: «Sciacallaggio contro di me».

Francesco Aiello, candidato M5S governatore della Calabria:

Vengo additato per una casa che non ho realizzato io. Poi mi si rimprovera di non averla ancora demolita. In realtà non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), la quale ha invece stabilito che il Comune di Carlopoli deve scegliere quale provvedimento applicare.
Negli anni ‘80 furono i miei genitori a costruire il fabbricato in questione, con una volumetria superiore rispetto a quanto consentito. A distanza di quasi 40 anni, proprio quando decido di mettermi a servizio della mia terra mi viene attribuita una responsabilità che non ho.
Ai tempi un vicino iniziò a produrre esposti sulla volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni ’90, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato. Cominciai a occuparmi del caso nel 2012. All’epoca mio padre soffriva di Parkinson, sicché dovetti assisterlo nel suo drammatico declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico. Da allora, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati avevano suggerito di risolvere utilizzando il terreno comprato da mio padre per asservirlo alla casa esistente.
Le sentenze dicono che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativa. Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della Calabria. Sto allora attendendo l’ultima parola, che spetta al Comune. Pertanto nel merito ho agito correttamente e sto solo aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io.
Ho voluto chiarire questa storia per fermare lo sciacallaggio in atto e in primo luogo per dovere di coscienza e trasparenza rispetto all’opinione pubblica e soprattutto ai cittadini calabresi.