Per Alitalia e Ilva non serve far risorgere l'Iri. Servono progetti industriali efficaci e sostenibili

Caro Direttore
ma allora Gianbattista Vico aveva ragione quando formulava la teoria dei corsi e ricorsi storici? Così sembra osservando l'irrefrenabile voglia di intervento pubblico che attraversa alcune Forze politiche nostrane, Movimento 5Stelle in testa. Far confluire in un novello Iri le aziende in crisi, da Alitalia all'Ilva, questa la grande idea che circola nei palazzi romani. Il coinvolgimento diretto dello Stato diventa così l'ultima soluzione per governanti che di soluzioni non ne hanno più; la più facile soprattutto a livello elettorale. Incuranti e immemori che l'Iri venne smantellata in quanto era diventata una gigantesca mangiatoia dei Partiti. Resta il dubbio sul perché l'esigenza di protezione pubblica sia sentita da Lor Signori per le grandi aziende, soprattutto se operanti al Sud, mentre quando una piccola impresa è in difficoltà, allora valgono le regole di mercato.

Ivana Gobbo
Abano Terme


Caro lettrice,
l'Iri ha avuto una sua importante funzione storica, sia negli anni' 30 che nel dopoguerra durante il cosiddetto miracolo economico. Quando questa funzione è venuta meno e l'Istituto si è trasformato in una gigantesca holding che consumava enormi quantità di risorse pubbliche, si è deciso di farlo scomparire. Pensare di farlo rinascere oggi è, nel migliore dei casi, una stupidaggine. Nel peggiore è il tentativo di far sopravvivere, foraggiandole con i soldi dei contribuenti, aziende che hanno parametri finanziari, economici ed occupazionali fuori mercato. Alitalia ed Ilva sono state a lungo sotto il controllo pubblico (allora l'Ilva sia chiamava Italsider, ma poco cambia) per poi essere cedute ai privati, proprio perché avevano conti disastrosi e lo Stato non era stato in grado di garantire loro una gestione efficace ed efficiente. In base a quale formula magica, oggi, queste due imprese, che navigano in pessime acque, tornando nelle mani pubbliche dovrebbero poter rilanciarsi? Perchè oggi lo Stato dovrebbe riuscire laddove per decenni ha clamorosamente fallito? Non è dato saperlo. Per entrambi questi gruppi il problema è individuare un progetto industriale e gli assetti con esso compatibili. Dopodiché lo Stato può avere un ruolo anche azionario (di minoranza) nell'ambito di un progetto di rilancio di gruppi che hanno un valore strategico. Ciò che non è accettabile è che si ritorni ad un tempo in cui lo Stato-padrone interviene per tenere in piedi imprese fuori-mercato o gravati da livelli occupazionali o debiti insostenibili. Perché questo modo di agire si chiama assistenzialismo, non politica industriale.