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Renault-Nissan-Mitsubishi, sarà nominato un segretario generale

Le tre case costruttrici hanno deciso di dare una spinta alla loro alleanza decidendo di dotarsi di un segretario generale, che vigilerà sull'efficienza delle operazioni comuni

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Renault, Nissan e Mitsubishi proveranno a uscire dalle secche della loro difficile alleanza nominando, si pensa a breve, un segretario generale che gestirà i piani strategici comuni. Le tre entità automobilistiche, con anime anche distanti nel modo di affrontare il piano industriale (francesi e giapponesi, costruttori puri di auto e industria conglomerata come Mitsubishi), dovranno migliorare il loro rapporto per far fronte a un mercato sempre più spietato e in evoluzione.

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L’alleanza ha vissuto il suo meeting mensile di Boulogne-Billancourt in un clima, sembra, più collaborativo. In sala erano presenti tutti i protagonisti: Jean-Dominique Senard (presidente dell’alleanza e di Renault), Makoto Uchida (CEO di Nissan), Osamu Masuko (Presidente di Mitsubishi Motors), Clotilde Delbos (CEO di Renault), Takao Kato (CEO di Mitsubishi Motors), Ashwani Gupta (COO di Nissan), Jose-Vicente de Los Mozos e Olivier Murguet (dirigenti di altissimo livello per Renault). Insieme hanno deciso di dare un maggiore focus al miglioramento dell’efficienza dell’alleanza, in cerca di un punto di vista comune si spera definitivo.

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Il futuro segretario generale, che verrà nominato nei prossimi giorni, riporterà direttamente ai vari CEO e ovviamente al consiglio d’amministrazione dell’alleanza. Il suo compito sarà di mettere a punto i piani di azione per permettere alle tre entità in gioco di supportarsi a vicenda e di non ostacolarsi dal punto di vista dei profitti. Sarà l’efficienza operazionale a dettare il suo lavoro: con questo coordinamento, magari distinto da una minore burocrazia, i tre marchi potranno fare un passo in avanti nei progetti comuni, risparmiando tempo e denaro. Il ruolo sarà assolutamente strategico, perché da quella scrivania passeranno anche tutti i problemi di sinergia (industriali ed economici) che le grandi multinazionali soffrono quando devono condividere un tetto comune.