Juncker dà l'addio: "Ue amore della mia vita". E punge nomina von der Leyen
Il congedo di Juncker dalla Commissione Ue: "Lascio con qualche soddisfazione e alcuni rimpianti"
UE: JUNCKER, 'L'EUROPA E' L'AMORE DELLA MIA VITA'
Il presidente uscente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, esce di scena curando, per un giorno, il Playbook, la newsletter di Politico.eu sugli affari europei che viene consegnata ogni mattina ai sottoscrittori. Il politico lussemburghese, che è un avido lettore di giornali e media in generale, è sceso anche in sala stampa a salutare i corrispondenti durante il briefing di mezzogiorno. L'Europa è "l'amore della mia vita", ribadisce il presidente nella newsletter. "Avendo fatto gli scatoloni e svuotato il mio ufficio - scrive tra l'altro - tutto quello che mi resta da fare è consegnare i trattati e le chiavi a Ursula von der Leyen. Lo faremo martedì prossimo, quando prenderò finalmente il mio posto nel 'wall of fame' presidenziale". "Non mi piacciono gli addii - conclude - quindi mi rincresce informarvi che non sarà l'ultima volta che mi sentite. Anche se mi ritiro dalla vita politica attiva, non smetterò mai di dare la mia voce e il mio cuore all'Europa. Abbiatene cura per me".
UE: JUNCKER, 'SONO MOLTO PREOCCUPATO PER STATO DIRITTO'
"Sono molto preoccupato per lo Stato di diritto" nell'Unione Europea, ha poi detto Juncker, rispondendo a delle domande durante il briefing di mezzogiorno a Bruxelles, al quale ha partecipato, nell'ultimo giorno lavorativo del suo mandato. "Non faccio alcun riferimento a Malta - dice - perché non conosco i dettagli: seguo la cosa, ma non sta a me commentare. Sullo Stato di diritto, sono preoccupato, perché in più di un Paese lo Stato di diritto non viene rispettato in modo sufficiente". "Un mio amico, Jean-Claude Trichet - continua, riferendosi all'ex presidente della Bce - ogni volta che voleva che i ministri lo ascoltassero diceva: 'Sono molto preoccupato'. E allora, i ministri smettevano di leggere i loro appunti e lo ascoltavano. Quando si dice che si è molto preoccupati, vuol dire che la situazione si faceva seria. E io dico la stessa cosa per lo Stato di diritto: sono molto preoccupato", conclude.
UE: JUNCKER, 'SPITZENKANDIDAT ELIMINATO PER RAGIONI OSCURE'
Poi c'è spazio anche per un'indiretta critica alla nomina di Ursula von der Leyen. "Non ripetere nel 2019 l'esperienza degli Spitzenkandidaten è stata un errore. Ve lo dico, ho un rimpianto. Il principio dello Spitzenkandidat era un piccolo progresso democratico. Lo abbiamo soppresso per ragioni oscure". Un chiaro messaggio di Juncker a Macron, il vero fautore dell'addio al sistema Spitzenkandidat che ha "fatto fuori" Manfred Weber e ha portato alla nomina della von der Leyen.
UE: JUNCKER, 'LIETO DI LASCIARE, PRESIDENTE NON E' LAVORO FACILE'
"Non sono l'uomo degli addii: ho già pianto, e tanto basta. Volevo dirvi che lascio la guida della Commissione con qualche elemento di soddisfazione e con alcuni rimpianti, numerosi, ma sono felice di lasciare, perché essere presidente della Commissione Europea non è un incarico dei più facili", ha concluso Juncker. "Mi hanno regalato un libro, 'Il lavoro più difficile del mondo': pensavo fosse quello di segretario generale dell'Onu, ho scoperto che è quello di presidente della Commissione Europea", conclude.