Eniola Aluko nell’Italia razzista. La calciatrice spiega la “regola del negozio”

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La calciatrice ex Juventus Eniola Aluko (Ansa)

ROMA – Ha suscitato scalpore l’addio alla Juventus della calciatrice Eniola Aluko. Nigeriana di origine e naturalizzata britannica, Eniola tiene anche una rubrica sul Guardian. Solo ora che se ne va – ringraziando e lodando il club – ci accorgiamo che certi tratti razzisti della società italiana sembrano svilupparsi come una pandemia.

Mentre denuncia il trattamento particolare cui è sottoposta al ristorante, nei negozi, all’aeroporto per lil fatto di essere nera, non avevamo notato un suo pezzo qualche mese fa sul quotidiano inglese. 

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Avremmo fatto bene a notare la “regola del negozio” che sembra in vigore a Torino. Lasciamo la parola a Eniola (dal Corriere della Sera).

“Un giorno a Torino sono entrata in un minimarket sotto casa. Appena ho iniziato a fare la spesa, ho sentito una donna chiedermi se potevo lasciare il mio zaino all’ingresso. Lì per lì non avevo capito e ho continuato con la spesa: un pacco di pasta, un vasetto di pesto. Notando nel frattempo che nessun cliente aveva lasciato le borse all’ingresso (…). Allora sono andata dalla donna e le ho detto: “Vedo che non ci sono altre borse all’ingresso e ci sono altre persone nel negozio. Perché mi ha chiesto di lasciare il mio zaino qui?”. Lei ha risposto: “È la regola del negozio”. Ho replicato: “No, no, no, non è la regola. Lei pensava che io volessi rubare la pasta e il pesto”. Poi le ho mostrato il logo della Juventus sul mio zaino e le ho spiegato che è la squadra in cui gioco. E solo a quel punto lei ha realizzato che non avrei rubato niente”. (fonti Corriere della Sera, The Guardian)