Salta un altro governo per le proteste di piazza. Si dimette Mahdi in Iraq

Decisivo il discorso dell'Ayatollah sciita Al Sistani che aveva chiesto al Parlamento di togliere la fiducia al governo all'indomani dell'escalation di violenza e repressione

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Associated Press

Cade un altro Governo in Medio Oriente per le proteste di piazza. Dopo il Libano, anche in Iraq il premier è costretto alle dimissioni. A Baghdad, però, determinante l’intervento della massima autorità religiosa sciita irachena, il Grand Ayatollah Ali Sistani, che aveva invitato il parlamento iracheno a togliere la fiducia al governo di Adel Abdel Mahdi, sostenuto da Iran e Stati Uniti.  “Sottoporrò al Parlamento una lettera formale con le mie dimissioni”, ha fatto sapere con una nota il premier.

L’annuncio delle dimissioni arriva all’indomani dell’uccisione di decine di manifestanti anti-governativi nel sud dell’Iraq. Violenze che sono proseguite anche oggi. 

Nella predica settimanale, tenuta da un suo rappresentante durante la preghiera comunitaria islamica del venerdì nella città santa sciita di Karbala, a sud di Baghdad, Sistani ha chiesto al Parlamento di intervenire per cambiare l’equilibrio politico nel paese e ascoltare le pressanti richieste della popolazione del sud del Paese. “Il Parlamento, da cui il Governo trae sostegno, deve rivedere la sua scelta riguardo all’esecutivo considerando gli interessi dell’Iraq”, ha detto Sistani, affermando che questa scelta deve esser fatta per “proteggere il sangue dei cittadini (iracheni)”.

Anche il governatore iracheno della regione meridionale di Dhi Qar, con capoluogo Nassiriya, teatro nelle ultime 24 ore di sanguinosi scontri tra forze di sicurezza e manifestanti antigovernativi, ha annunciato le sue dimissioni in dissenso col governo centrale di Baghdad. Ieri a Nassiriya sono state uccise una trentina di manifestanti, molti dei quali raggiunti con colpi letali sparati dall’esercito alla testa e al petto. “Lo spargimento di sangue è stato causato da forze venute fuori dalla regione di Dhi Qar e senza che il governo centrale informasse le autorità locali” ha detto il governatore.

E’ di circa 50 persone uccise il bilancio delle ultime 24 ore di repressione, secondo media locali e fonti mediche. Sale così a circa 400 uccisi il bilancio delle violenze in due mesi di proteste e repressione.