Gli scienziati scoprono un buco nero gigantesco. In teoria non dovrebbe esistere

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Gli scienziati hanno scoperto un “mostruoso buco nero” talmente massiccio da ritenerlo praticamente “irreale”.

Si tratta di un buco nero stellare, che va a formarsi dopo che le stelle muoiono, collassano ed esplodono. I ricercatori, almeno fino ad oggi, ritenevano che il limite di dimensione non fosse più di 20 volte la massa del nostro sole, perché quando queste stelle muoiono arrivano a perdere la maggior parte della loro massa attraverso esplosioni che vanno ad espellere materia e gas, spazzati via dai venti stellari.

Questa teoria è stata ora rovesciata da LB-1, il buco nero appena scoperto. Situato a circa 15.000 anni luce di distanza, ha una massa 70 volte superiore al nostro sole, stando a quanto riportato in un comunicato stampa dell’Accademia cinese delle scienze. I risultati sono stati pubblicati mercoledì sulla rivista Nature, come riportato dall’edizione online della CNN.

“I buchi neri di quella massa non dovrebbero nemmeno esistere nella nostra galassia, secondo la maggior parte degli attuali modelli di evoluzione stellare”, ha dichiarato Liu Jifeng, capo del team che ha fatto la scoperta. “LB-1 è due volte più massiccio di quanto pensassimo possibile. Ora i teorici dovranno riuscire a spiegarne la formazione”.

Come ha fatto LB-1 a diventare talmente enorme?

Il team cinese ha proposto una serie di teorie. Le dimensioni di LB-1 suggeriscono che “non si è formato dal collasso di una sola stella”, ma potrebbe trattarsi di due piccoli buchi neri in orbita l’uno attorno all’altro.
Un’altra possibilità è che si sia formato da una “supernova di fallback”, ovvero quando una supernova – l’ultimo stadio di una stella che esplode – espelle materiale durante l’esplosione, che poi ricade nella supernova stessa, creando un buco nero. Questa formazione di fallback è teoricamente possibile, ma gli scienziati non sono mai stati in grado di dimostrarla o osservarla. Secondo lo studio, se è davvero così che si è formato LB-1, allora per la prima volta potremmo avere “prove dirette di questo processo”.