Mihajlovic, la sorpresa della squadra. Dzemaili: “Ci sei mancato”. E lui: “Fanno di tutto per non allenarsi…”
ROMA – “Fanno tutto per non allenarsi”. E’ un Sinisa Mihajlovic ironico quello che accoglie i calciatori del Bologna durante la conferenza stampa assieme ai medici, che seguono il suo decorso dopo il trapianto di midollo. A parlare è stato Dzemaili: “Dire che ci sei mancato è poco. Siamo contenti che ora sei tornato di nuovo tra noi. Volevamo farti questa sorpresa anche se sappiamo che in questo momento non sei tanto contento, però cercheremo di farti contento di nuovo in campo. Grazie di essere tornato”. Il mister li ringrazia e poi cita Vasco Rossi: “Io sono ancora qua”.
Nella conferenza stampa che si è svolta allo stadio Dall’Ara e dove non sono mancati momenti di commozione, il tecnico serbo ha spiegato il percorso di cure, nella lotta alla leucemia, che ha seguito fin qui e gli step futuri. “Grazie a tutti, è un’altra dimostrazione di vicinanza e affetto. Ci siamo sentiti l’ultima volta il 13 luglio, In questi quattro mesi difficili ho conosciuto medici straordinari che mi hanno curato e sopportato, sono stato sempre meravigliosi con me. Quando uno affronta una malattia del genere è difficile affrontarla sia fisicamente, sia psicologicamente. Ho capito subito di essere nelle mani giuste”.
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“Mi sono sentito molto protetto, parte di una famiglia – continua Mihajlovic -. Grazie a tutti i tifosi e soprattutto a queli del Bologna che sono stati unici, mi hanno adottato come un figlio. Anche lo staff e i giocatori, sono stati unici. Il più sentito grazie però va alla mia famiglia. A mia moglie che è stata tutti i giorni copn me e mi ha dimostrato che sono molo fortunato di avere una donna così accanto. Ti amo. Poi alle mie figlie, che sono la mia vita. Quando c’era il problema di trovare il donatore, hanno accettato subito di fare il test per la compatibilità. E’ stato un gesto d’amore non scontato. Anche mio fratello l’ha fatto e devo dire grazie anche a mia madre che vive in Serbia”. Poi un aneddoto su Roberto Mancini: “Con Mancio non ci parlavamo da 4 anni, l’ho sentito molte volte”.
“Ho passato quattro mesi tosti, chiuso in una stanza d’ospedale con aria e acqua filtrati – aggiunge Mihajlovic che ferma le parole e si commuove ad ogni passaggio -. E’ stato un incubo. Voglio dire agli altri pazienti che non si devono sentire meno forti se non affrontano la malattia come ho fatto io, non si devono vergognare e non devono mai perdere la voglia di vivere. E’ una malattia bastarda, ci vuole pazienza. Prendo 19 pastiglie al giorno, sono dimagrito tanto, 13 chili la prima volta, ma pian piano riprenderò la forza. Non sono ancora alla fine, anche se per me lo è, perché sono fuori da quell’ospedale. Oggi do importanza alle piccole cose di cui prima non ti accorgevi. Se vorrei conoscere il mio donatore? Ci terrei, perché ha fatto una cosa non scontata e molto bella. Ma non si può, però magari gli farò arrivare un messaggio”.
E sul prossimo futuro: “Si ragiona giorno per giorno, posso andare al centro sportivo, ma non posso stare molto tempo al chiuso con la gente. Posso stare fuori, ma se non piove. Non posso andare allo stadio e viaggiare. Ma non è detto che non possa essere al Dall’Ara contro il Milan o con l’Atalanta, oppure con tutte e due”.
Fonte: IL RESTO DEL CARLINO.