I cavi sottomarini di internet potrebbero trasformarsi in accurati sismografi
by Gabriele PorroGrazie alla tecnica Disturbed Acoustic Sensing, i sismologi potrebbero sfruttare i cavi a fibra ottica posati sui fondali marini per monitorare i movimenti delle placche tettoniche della Terra
L’immensa rete di cavi sottomarini usati per portare internet in tutti i continenti potrebbe essere trasformata in una rete di sismografi in grado di monitorare i movimenti tettonici della Terra e e creare una visione globale senza precedenti.
“Vi è un enorme bisogno di studiare la sismologia dei fondali marini”, ha spiegato a TechCrunch l’autore principale dello studio Nathaniel Lindsey dell’università di Berkeley: “Qualsiasi strumentazione portata fuori nell’oceano, anche se solo per i primi 50 chilometri dalla costa, sarà molto utile”.
Il vero problema sorge quando gli studiosi devono andare a posizionare gli strumenti necessari. A questo punto gli studiosi di Berkeley si sono posti la domanda: “Ma se gli strumenti che ci servono fossero già sul fondale?”. Subito l’attenzione dei sismologi è stata catturata dai chilometri di cavi a fibra ottica posati sui fondali marini.
Il compito di questi cavi è quello di trasportare dati su lunghe distanze. Quello che li accomuna però è l’uso della luce dispersa e distorta nel cavo che si sposta trasportando i pacchetti di dati. Questo fenomeno, che è la base del funzionamento della fibra ottica, prende il nome di retrodiffusione e permette agli studiosi di vedere esattamente i movimenti che il cavo compie e le torsioni a cui è sottoposto nell’ordine di pochi nanometri. Gli studiosi hanno pensato di monitorare la forma e i movimenti dei cavi per scoprire l’origine delle attività sismiche con una precisione mai ottenuta prima.
La tecnica ideata dagli studiosi di Berkeley si chiama Distributed Acoustic Sensing e tratta i cavi come se fossero una serie di migliaia di singoli sensori di movimento.
Il team di ricercatori ha testato il funzionamento della tecnica su un singolo cavo sottomarino della lunghezza di 20 chilometri facente parte dell’infrastruttura per il trasporto di dati sottomarini del Monterey Bay Aquarium Research Institute. Per effettuare le misurazioni è bastato collegare lo strumento all’estremità della fibra ottica senza la necessità di aggiungere ripetitori di segnale lungo tutto il cavo.
Il vero problema è che i cavi sottomarini di internet non hanno tutti un’estremità esposta pronta all’uso, pertanto gli studiosi dovranno pensare a una soluzione che gli permetta di interfacciarsi alla rete per monitorare la sismologia dei fondali marini.