Atlantia in agonia in Borsa, la revoca della concessione si avvicina e Grillo pubblica ‘Autostrade story’

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Prosegue il tracollo di Atlantia a Piazza Affari. Dopo aver chiuso la seduta di ieri con un -2,4%, la peggior performance del Ftse Mib, anche oggi il titolo è travolto dalle vendite con un ribasso del 2,5% tornando sotto quota 20 euro (minimo da gennaio 2019). Tutto sommato il saldo da inizio anno è ancora positivo e pari a +10%. Negli ultimi giorni la holding della famiglia Benetton è stata bersagliata dalle vendite per le ultime dichiarazioni relative il ritiro della concessione autostradale.

Il governo accelera su revoca concessione

Questa volta sono le parole del premier Giuseppe Conte, che ha rimarcato che il procedimento per la revoca della concessione di Autostrade per l’Italia (Aspi) va avanti. Tecnicamente, la caducazione della convenzione “è in atto” e “non si è mai interrotta”. Così ha detto il presidente del Consiglio, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Stiamo acquisendo continuamente elementi presso il Mit, man mano che vengono fuori perizie ed elementi. E adesso possiamo anticipare che siamo pressoché in dirittura di arrivo”, ha aggiunto Conte che starebbe inoltre mediando per un accordo che preveda l’impegno di Atlantia nel salvataggio di Alitalia.
Sul tema si è espresso, utilizzando toni simili, anche il ministro Luigi Di Maio. “Si va verso la revoca delle concessioni autostradali – ha detto il leader del M5S a Radio Anch’io – bisogna togliere a questi signori la concessione il prima possibile dopo che hanno preso i nostri soldi per i pedaggi senza fare la manutenzione delle strutture”. L’ad di Aspi, Roberto Tomasi, parla invece in una intervista alla ‘Stampa’: “Non cerchiamo scuse, siamo pronti a ogni verifica ma i ponti sono sicuri”.

Repubblica sottolinea che tutto il M5s sarebbe in favore della revoca, ma aggiunge che fra le soluzioni possibili potrebbero esserci quella della compensazione, della revoca o della dichiarazione di decadenza per grave inadempimento che sarebbero però soggetti ai ricorsi nei tribunali.
Anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, sembra essersi schierata contro Aspi: “Concessioni autostradali: non è una questione politica, ma di difesa, la migliore possibile, dell’interesse pubblico”. Secondo il Messaggero la De Micheli preferirebbe un accordo con compensazioni. In pratica, più investimenti a Genova ed un rinvio degli incrementi tariffari a fine anno. Repubblica aggiunge la possibilità di bloccare o abbassare le tariffe e prevedere la gratuità della percorrenza su alcuni tratti della rete oggi gestiti a pagamento. Il Mit ha quantificato il risparmio per i cittadini (e la rinuncia ai profitti per la società) in qualche miliardo di euro. La prima risposta di Autostrade, scrive la Repubblica, è stata un no secco, senza margini di trattativa.

Scenario negoziale ancora possibile

Il governo potrebbe valutare la cancellazione della legge 101/2008 che blindava il contratto di Aspi. Lo riporta il Sole 24 Ore, secondo cui il governo vorrebbe attaccarsi alle gravi inadempienze di Aspi ed alla nullità dell’articolo 9 bis della concessione che riconosce alla società un diritto di indennizzo in caso di revoca.
“Una decisione del governo di procedere contro Aspi cancellando la legge 101/2008 creerebbe incertezza perché sarebbe il tentativo di revocare la concessione senza indennizzo” spiegano gli analisti di Equita. “Dall’altro lato – proseguono gli esperti – va sottolineato che sembrerebbero esserci dei margini di negoziazione che passerebbero per il salvataggio di Alitalia oltre ad altre compensazioni (maggiori capex e blocco delle tariffe ma solo per un anno secondo Messaggero e Stampa)”. In conclusione, secondo Equita, “Lo scontro col governo appare duro anche per il tema dei report falsificati sulla sicurezza dei ponti, ma lo scenario negoziale sembra possa ancora essere seguito”. Gli analisti confermano l’hold su Atlantia con target price a 25 euro.

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Beppe Grillo prepara carrellata di attacchi

Beppe Grillo tuona contro Autostrade, mentre il M5s cerca di velocizzare l’iter per la revoca delle concessioni autostradali al gruppo che fa parte della galassia Benetton. Così Grillo su Twitter: “#Autostrade Story è la storia della concessione autostradale ottenuta dai #Benetton più di 20 anni fa. Una concessione a condizioni di favore senza eguali. Condividete il più possibile queste informazioni. È tempo di cambiare”.
Il cofondatore del M5s ha intenzione di continuare a picconare la controllata di Atlantia: sul suo blog pubblica la prima puntata “Autostrade story” che si trova anche sul blog delle Stelle. Nel testo, che porta la data del 28 novembre, Beppe Grillo ripercorre la storia di Autostrade:
“Come si è potuti arrivare a una tragedia immane come quella del Ponte Morandi? Dai rilievi della procura di Genova continuano a emergere particolari agghiaccianti sulla gestione lacunosa di Autostrade per l’Italia non solo del ponte, poi crollato, ma di larga parte della rete autostradale. “Gravi inadempienze e sistema di falsificazione di report e atti pubblici”: più l’inchiesta va avanti, più il quadro diventa desolante”.
“Di fronte a certe evidenze torniamo a chiederci: come si è arrivati a questo punto? Come è stato possibile che una holding concessionaria di beni dello Stato potesse arrivare indisturbata a tale livello di incuria? Perché nessuno si è mai opposto agli appetiti di un gruppo finanziario che puntava al mero profitto? (..) È il 1993 quando una legge stabilisce che le concessionarie autostradali non devono più essere necessariamente a maggioranza pubblica. Così, negli anni seguenti, attraverso una serie di delibere del Cipe, inizia l’inesorabile processo che avrebbe portato alla privatizzazione delle autostrade italiane. E successivamente, alle regalìe con tanto di coccarda alla famiglia Benetton”.
“Nel 1997, il concedente (Anas) e il concessionario (Società Autostrade, allora sotto il controllo pubblico dell’Iri) stipulano una nuova convenzione che sposta le scadenze vent’anni più in là (dal 2018 al 2038): questo nuovo ‘patto’ si rivelerà il trampolino di lancio per il passaggio dal pubblico al privato. Passaggio che si consuma nel 1999 – ricorda Beppe Grillo -anno dell’inizio della grande abbuffata per la galassia finanziaria dei Benetton, ingolosita dall’affare avendo già investito in Autogrill. Tra gli asset che Iri decide definitivamente di privatizzare, c’è appunto quello delle autostrade. Con il beneplacito della politica di allora, si consuma un capolavoro di quel capitalismo di relazione che marchia a fuoco la finanza di quegli anni”.
Viene di fatto imbastita una ‘non gara’ che porta la cordata Schemaventotto Spa, capeggiata proprio dai Benetton, ad avere la strada spianata di fronte ai grandi investitori stranieri, che infatti non si presentano nemmeno, eccezion fatta per un gruppo australiano Macquarie, chiamato a fare la vittima sacrificale. Con poco più di 6mila miliardi di lire, la famiglia veneta si assicura una vacca da mungere che le frutterà un’autentica fortuna nei vent’anni successivi”.
“Ma c’è un particolare non trascurabile – conclude Grillo nella sua prima puntata Autostrade Story – Con quel passaggio di mano non viene istituito un regolatore indipendente chiamato a vigilare sull’attuazione degli investimenti e sui livelli di sicurezza della rete autostradale. Autostrade Spa, da società pubblica, aveva sempre controllato sé stessa. Nel 1999 viene privatizzata, ma il regime di controlli rimane quello di prima. Nasce da lì lo scenario nefasto di incuria che ci viene raccontato dalle cronache giudiziarie di oggi”.