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La donna si toglie la vita: il pakistano filma tutto invece di prestare aiuto

L'uomo, un 23enne regolarmente residente a Siena, città dove è avvenuto il tragico avvenimento, aveva filmato la 35enne che si era appena gettata dalla Torre del Mangia, per poi divulgare il macabro filmato su WhatsApp. A distanza di 6 giorni ha deciso di costituirsi, braccato dai carabinieri che stavano indagando ignoti per omissione di soccorso

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Lo scorso 22 novembre a Siena una 35enne madre di 2 figli ha deciso di togliersi la vita gettandosi dalla Torre del Mangia, un volo di circa 88 metri che non le ha lasciato scampo. Prima di farla finita ha però lasciato un bigliettino trovato dalle forze dell'ordine, nel quale spiegava il suo tragico gesto con dei motivi amorosi: pare infatti che la donna fosse appena stata lasciata dal marito e non avrebbe evidentemente retto alla separazione dal coniuge.

Subito dopo il tremendo impatto col suolo però uno sconosciuto si è avvicinato alla 35enne e, anzichè tentare di soccorrerla, ha pensato bene di filmare il suo corpo esanime, divulgando poi il macabro video sulla celebre app di messaggistica istantanea "Whatsapp". A distanza di 6 giorni dal tragico suicidio, nella giornata di ieri, mentre i carabinieri stavano indagando ignoti per il reato di omissione di soccorso, un cittadino pakistano di 23 anni, regolarmente residente a Siena, ha deciso di presentarsi spontaneamente presso la Procura della Repubblica insieme ai suoi due avvocati difensori, costituendosi e chiedendo di essere sottoposto ad interrogatorio dal Sostituto titolare del procedimento, con l’assistenza degli Ufficiali dei carabinieri che seguono le indagini e con la presenza dei difensori.

Gli avvocati del giovane, Alessandro Bonasera e Silvia Albani, hanno rilasciato delle dichiarazioni al quotidiano locale Corriere di Siena, spiegando di come il loro assistito abbia deciso del tutto spontaneamente di consegnarsi agli inquirenti perchè veramente pentito del suo vile gesto e non perchè i carabinieri, grazie anche alle numerose telecamere di videosorveglianza presenti a Siena, erano già riusciti a ricostruire i movimenti dell'uomo e con buona probabilità sarebbero anche riusciti ad identificarlo presto.

Secondo Bonasera ed Albani "Il ragazzo è profondamente dispiaciuto per quanto accaduto e intende anche tramite questi difensori porgere le sue più sentite scuse a chiunque si sia sentito offeso da quanto accaduto, primi fra tutti i familiari della povera ragazza deceduta". "La costituzione del nostro assistito - continuano i due legali del pakistano - è avvenuta in modo assolutamente spontaneo e lo stesso, lungi dal sentirsi in qualche modo “braccato”, si è rivolto ai difensori sin dal pomeriggio di lunedì 25 novembre, manifestando del tutto spontaneamente il fermo proposito di presentarsi davanti alle autorità per dichiarare quanto accaduto. Si è rivolto ai sottoscritti legali per conoscere le modalità, anche tecniche, attraverso le quali mettersi in contatto con le Autorità", - hanno poi concluso gli avvocati del 23enne.