Jovanotti in orbita con 'Lorenzo sulla Luna'
Da oggi Jovanotti in orbita con 'Lorenzo sulla Luna', un disco undergroung disponibile in cd, lp e lp in edizione limitata. "Due sono le cose non farei mai: un album di cover e un 'album concept. E infatti eccomi qua, con un disco appena fatto tra le mani, ed è un concept album di cover! - ha dichiarato Jova - Quando abbiamo registrato 'Lorenzo Sulla Luna' non era detto che sarebbe uscito, era un mio trip personale, volevo concentrare la mia attenzione sul satellite terrestre, a 50 anni dall’Apollo 11, come un modo per esplorare uno spazio, che poi ogni spazio è sempre 'lo spazio'. Passata l’estate con tutto il suo incredibile delirio lo abbiamo riascoltato e quel vuoto è entrato in risonanza con il silenzio improvviso che si era fatto in me dopo tutto il casino di Jova Beach, quindi mi è sembrato perfetto da pubblicare alla fine di un anno così pazzesco".
Entrando subito nel vivo, ecco i brani che Lorenzo ha scelto per traghettare verso un nuovo progetto: Notte di luna calante (Domenico Modugno, 1968); Luna (Gianni Togni, 1980); Accendi una luna nel cielo (Ornella Vanoni, 1976); Luna di città d’agosto (Jovanotti, 1997); L’ultima luna (Lucio Dalla, 1979); Chiaro di luna (Jovanotti, 2017); La luna piena (Samuel, 2017); Una notte in Italia (Ivano Fossati, 1986); La faccia della luna (Tre allegri ragazzi morti, 2010); Luna rossa (Giorgio Consolini 1950); Guarda che luna (Fred Buscaglione, 1959).
Un album che, come dice Jovanotti, "è una faccenda personale, soprattutto emotiva, che non ha quasi niente a che fare con la mia carriera discografica, che è tutta da sempre concentrata (o vuole esserlo) su una mia ricerca di forme fresche per esprimere la stessa cosa, che se dovessi esprimere con una sola parola chiamerei 'vitalità'. Ascoltatelo come una playlist tematica, breve e incompleta - suggerisce - Si tratta di un album fatto in pochi giorni anche se contiene mezzo secolo di vita, della mia nella fattispecie, di ascoltatore di musica più che di 'musicista'. Era l’inizio del 2019 e io pensavo spesso in quei giorni al fatto che lo sbarco sulla luna in tv è la prima immagine che ricordo della mia vita. Intanto uscivano film sull’anniversario, libri, articoli di giornale e ho cominciato a pensare a quelle canzoni italiane che hanno la parola luna nel testo, a quelle che mi venivano in mente, ma senza googlare la parola".
L’album è prodotto da Rick Rubin, storia della musica mondiale e produttore tra gli altri di artisti del calibro di Red Hot Chilli Peppers, Linkin park, Rage Against the Machine, Adele, Ed Sheeran, Slayer e che a fine 2017 ha prodotto con Lorenzo, 'Oh,vita!', certificato quattro volte disco di platino e che, più recentemente, ha prodotto il singolo 'Prima che diventi giorno' contenuto nell’Ep Jova Beach Party, per settimane in vetta alle classifiche dei brani più suonati in radio. "A marzo di quest’anno - racconta Lorenzo - sono stato allo Shangri-la a registrare con Rick queste 11 canzoni italiane più o meno celebri dedicate alla luna, in sette giorni che poi sono stati sei perché nel settimo abbiamo fatto una jam che è diventata 'Prima che diventi giorno' (titolo realistico nel senso che Lorenzo Sulla Luna è il disco più notturno che avessi mai fatto). Rick non conosceva i brani, ma non li abbiamo riascoltati, ci siamo affidati soltanto a quello che mi avevano lasciato".
Nel 1969 era piuttosto normale fare un album in sette giorni, a volte anche meno, e molti di quei dischi restano i più importanti di sempre. Poi nel tempo lo studio di registrazione è diventato un laboratorio nel quale far reagire elementi, sovrapporre strati, tagliare e cucire, perdersi in mille tentativi e ripensamenti quasi sempre destinati a ricondurre alla fatidica prima impressione che è quasi sempre quella giusta. Oggi gli studi di registrazione sono racchiusi in un computer portatile e si espandono in rete, e questo sta facendo riemergere l’esigenza di impatto immediato che la musica popolare deve avere. L’iperproduzione è una sorta di 'malattia' della musica che forse in Italia ha fatto più danni che altrove. Il viaggio di Lorenzo sulla luna è tutto analogico: è un disco prodotto come se internet non esistesse, come se non esistesse pro tools, è una playlist di pezzi messa insieme come in una cassetta, una C=46 per l’esattezza.
"Il disco è fatto come se queste canzoni le avessi ascoltate in un tempo remoto e le dovessi tramandare a memoria, senza basarmi sulle registrazioni, sui dischi stessi in cui state incise - spiega Jovanotti - È un album che parla di un futuro vintage. Il risultato è qui, nudo e crudo, molto lontano da quello che io intendo per 'album di cover' ma di fatto trattandosi esattamente di questo e vivendo e nutrendosi di questa contraddizione".