Mihajlovic cita Vasco: "Io sono ancora qua"
"Sono stati 4 mesi difficili, ho conosciuto medici straordinari che mi hanno supportato e, soprattutto, sopportato. Sono sempre stati meravigliosi con me. Quando uno affronta una malattia del genere si sa quanto sia difficile affrontarla fisicamente e psicologicamente. Li voglio ringraziare tutti di cuore, sono persone straordinarie". Il tecnico del Bologna, Sinisa Mihajlovic, ha voluto così ringraziare lo staff medico del Policlinico Sant'Orsola nella conferenza stampa indetta per spiegare lo stato di salute del tecnico serbo colpito da leucemia. "Sono persone straordinarie che ho incontrato in questi 4 mesi e mezzo - prosegue Mihajlovic visibilmente commosso durante la conferenza stampa a cui ha preso parte anche la squadra - e senza di loro non avrei fatto quello che ho fatto, li ringrazierò per tutta la vita. Mi hanno dimostrato grande affetto e mi hanno fatto sentire il loro calore".
"Ora mi godo ogni minuto della giornata. Tutto quello che prima consideravo normale ora me lo godo in un'altra maniera. Sembra una cosa da niente ma prendere una boccata d'aria è una cosa bellissima" le parole commosse di Mihajlovic. "Un ringraziamento particolare, e il più sentito, va a mia moglie e ai miei figli. Mia moglie è stata tutti i giorni con me. Mi ha dimostrato di nuovo, anche se non ce n'era bisogno, che sono un uomo fortunato ad avere accanto una donna come lei. E' l'unica persona che conosco che ha più palle di me. Ti amo - dice commosso il tecnico serbo - Poi ringrazio i miei figli. Loro hanno accettato subito, fosse stato possibile, di offrirsi come donatori del midollo. Una enorme dimostrazione di amore verso di me. Ringrazio anche mio fratello e mia madre".
Mihajlovic fa sue le parole di Vasco Rossi per spiegare lo stato d'animo che lo accompagna dopo questi durissimi 4 mesi e mezzo. "Io sono ancora qua - dice il tecnico del Bologna - per me è importante. Andrò avanti per la mia strada con le mie forze. Ci sarò sempre perché mi fa sentire vivo. Però non potrò andare oltre le mie possibilità. Ora più che col cuore dovrò ragionare con la testa", prosegue l'allenatore serbo.
"Spero dopo questa esperienza di uscirne come uomo migliore. Ho avuto paura, e ce l'ho ancora. Ora devo riprendere tutto gradualmente. So che più tempo passa più riprenderò le forze. Prendo diciannove pastiglie al giorno, ma le prendo. Perché il mio obiettivo era uscire dall'ospedale: quello era la mia chiusura del cerchio, il dormire a casa mia e non stare sempre in ospedale", spiega.
Il tecnico rossoblù parla poi del momento del Bologna: "Sapevo che con questa mia malattia avrei condizionato squadra, classifica, atteggiamenti e partite. Non voglio però che questo diventi una scusa, lo staff e la squadra sanno quanto gli voglio bene. Io ho lottato ogni giorno, anche quando avevo 40 di febbre ho cercato di essere sempre presente con telefonate, guardando le partite e andando allo stadio. Ho fatto sacrifici tutti i giorni e speravo di vedere un po' di questo sacrificio in campo ma non è sempre stato così e questo mi dispiace".
"Nonostante tutto devo dire che sono incazzato nero per i risultati, il gioco e l'atteggiamento in campo. Da ora in poi si deve dare il 200% - prosegue il mister -. Dobbiamo riprendere a fare punti, non ci sono altre strade. Chi non lo farà avrà problemi con me. Lavoriamo su questo e sono certo che ne usciremo il prima possibile e rivedremo il Bologna dello scorso anno e quello visto in diverse partite di quest'anno".