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📷 Foto di repertorio

Benzina e diesel, la tregua è finita: nuovi ritocchi sui carburanti

Dopo qualche settimana di stasi negli ultimi giorni il prezzo consigliato dei carburanti di diverse compagnie è tornato a salire: i dettagli

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Dopo qualche settimana di tregua, da qualche giorno si sono registrati nuovi rialzi sulla rete carburanti italiana. Nel dettaglio, oggi Ip e Italiana Petroli hanno aumentato i prezzi raccomandati di 1 cent sia per la verde che per il diesel. Nei giorni scorsi sono state le compagnie Eni e Tamoil a comunicare il rincaro di un centesimo al litro dei prezzi consigliati di benzina e gasolio.

Benzina e diesel, i prezzi sulla rete italiana

Le quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo sono in crescita per la benzina e stabili per il gasolio. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è a 1,585 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,581 a 1,599 euro/litro (no logo 1,565). Il prezzo medio praticato del diesel è invece a 1,475 euro/litro, con le compagnie che passano da 1,471 a 1,490 euro/litro (no logo 1,457).

Quanto al servito, per la verde il prezzo medio praticato è a 1,721 euro/litro, con gli impianti che vanno da 1,680 a 1,795 euro/litro (no logo 1,617), mentre per il diesel la media è di 1,614 euro/litro, con i punti vendita delle compagnie compresi tra 1,581 e 1,700 euro/litro (no logo 1,508). Infine, il Gpl va da 0,600 a 0,617 (no logo 0,592).

La tassa regionale sulla benzina nel mirino dell'Ue

Intanto ci sono novità per quanto riguarda la tassa regionale sulla benzina. È di ieri la notizia che l’Irba, Imposta regionale sulla benzina per autotrazione, è finita nel mirino della Commissione europea, che non la ritiene conforme alle regole comunitarie in materia di tassazione sui carburanti.

Si tratta di un’imposta che non non è presente in tutta Italia, ma solo in alcune regioni (alcune l'hanno introdotta e poi cancellata più volte) e corrisponde a circa 2 centesimi al litro (0,0258 per litro di benzina). I ricavi vengono riscossi direttamente della Regioni.

L'imposta è dovuta dal concessionario o titolare dell'autorizzazione dell'impianto di distribuzione del carburante o, per loro delega, dalla società petrolifera che sia unica fornitrice del suddetto impianto, in virtù della delega.

L’Irba sarebbe contraria al diritto Ue poiché senza finalità specifiche, se non di bilancio. Non è escluso dunque che in futuro possa aprirsi un contenzioso tra Italia e Unione Europea, anche se per adesso siamo nel campo delle ipotesi.