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Paolo Allemano

Le prime parole di Paolo Allemano neo Garante dei detenuti: “Saluzzo Città capace di affrontare i problemi coniugando umanità e fermezza”

L’ex sindaco saluzzese, ed ex consigliere regionale, commenta l’elezione in Consiglio comunale a larghissima maggioranza: “Laddove ci sono 400 persone recluse e 200 che vi lavorano batte anche il cuore della città. La frase ricorrente ‘Sbattere in galera e buttare la chiave’ vale solo sui social”

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Ho raccolto l'invito a candidarmi al ruolo di garante dei diritti dei detenuti perché ho avuto molte occasioni per comprendere come, almeno da due secoli, storia della città e storia del carcere siano inscindibili”.

È il primo commento di Paolo Allemano, ex sindaco di Saluzzo ed ex consigliere regionale, a poche ore dalla nomina, a larghissima maggioranza, a Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.

Nel Consiglio comunale di mercoledì sera, infatti, sono stati 13 (su 15) i voti favorevoli alla sua elezione (quella di Allemano è stata l’unica candidatura giunta a Palazzo). Due le schede bianche.

Non a caso – prosegue Allemano – abbiamo voluto in Castiglia il museo della memoria carceraria e un centro studi sul diritto penale.

Ho avuto altrettante occasioni per toccare con mano lo straordinario lavoro che fanno molte persone per questo ‘mondo a parte’: l'associazione ‘Liberi dentro’, il laboratorio teatrale di ‘Voci erranti’, le scuole superiori, i laboratori, la garante che mi ha preceduto, in collaborazione con il suo pari regionale che ho ascoltato in più occasioni.

Ho apprezzato che il Consiglio comunale di Saluzzo, maggioranza e minoranza con poche eccezioni, abbia dato importanza, a prescindere dal nome, a una figura di collegamento tra il Comune e il mondo carcerario.

Sono certo che molti cittadini abbiano compreso che laddove ci sono 400 persone recluse e 200 che vi lavorano batte anche il cuore della città. La frase ricorrente ‘Sbattere in galera e buttare la chiave’ vale solo sui social.

Nel mondo reale, dopo la condanna inizia un percorso che per taluni è la vita intera; nel mondo reale nessun uomo è tutto nel gesto che compie e nessuno rimane uguale nello scorrere del tempo.

Molte cose potranno cambiare con la scelta di destinare il carcere di Saluzzo all’alta sicurezza, non la capacità della nostra città di affrontare i problemi coniugando umanità e fermezza”.