Da Salvini a Lamorgese, cosa dicono i dati: più sbarchi ma meno morti in mare e soluzioni più rapide

È vero che gli sbarchi sono aumentati dopo l’addio di Matteo Salvini al Viminale? Vale lo stesso per i morti in mare? Non è possibile rispondere a queste domande senza considerare il quadro più ampio che si sta inevitabilmente analizzando quando si parla flussi migratori. Abbiamo cercato di fare chiarezza insieme a Matteo Villa, ricercatore per Ispi, che si occupa di monitorare giorno per giorno la situazione nel Mediterraneo.

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Sono passati ormai cinque mesi da quando Matteo Salvini ha lasciato il ministero dell'Interno. Nel periodo in cui il leader della Lega si trovava ai vertici del Viminale, le sue politiche si sono concentrate sul contrasto all'immigrazione e sulla retorica dei porti chiusi. Il segretario del Carroccio ha cercato di azzerare gli sbarchi presso le coste italiane criminalizzando le Ong nel Mediterraneo e accusando le navi umanitarie di lucrare sulla pelle dei migranti. Una dinamica che ha portato a diverse crisi in mare, una delle quali è anche risultata in un'indagine a carico di Salvini per sequestro di persona. Il senatore leghista ha sempre legittimato quanto fatto affermando di proteggere gli interessi del Paese, da un lato, e attribuendo alla sua azione il crollo di partenze e sbarchi dall'altro. Secondo Salvini, il calo delle partenze e gli sbarchi ridotti sarebbero sinonimo di meno morti in mare: e come si può accusare un'azione politica, se questa limita le vittime nel Mediterraneo?

Da quando il governo giallorosso ha preso il posto di quello gialloverde, il leader della Lega ha continuato ad accusare l'esecutivo di essere responsabile di una nuova "invasione": a quanto afferma l'ex ministro gli sbarchi sarebbero triplicati dall'insediamento di Pd e Cinque Stelle. Dallo scorso 5 settembre 2019 il testimone è passato a Luciana Lamorgese: mentre parte della politica ha rivendicato una discontinuità del nuovo governo con le politiche di Matteo Salvini, sono altrettanto numerose le voci che hanno invece accusato democratici e pentastellati di non aver cambiato rotta e proseguire sulla linea imposta dal segretario leghista con i suoi decreti sicurezza.

Ma che cosa ci dicono i numeri? Come stanno davvero le cose? Non è possibile rispondere a questa domanda senza considerare il quadro più ampio che si sta inevitabilmente analizzando quando si parla di Ong, morti in mare, partenze e sbarchi. Abbiamo cercato di fare chiarezza insieme a Matteo Villa, ricercatore per Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale, che da tempo monitora i flussi migratori nel Mediterraneo realizzando dei grafici che riportiamo qui sotto e che restituiscono una fotografia precisa dei cambiamenti verificatisi negli ultimi anni in tema di migrazioni.